(Teleborsa) - Trovata l'intesa tra Camera e Senato sulla legge elettorale: sarà Montecitorio ad occuparsene, mentre Palazzo Madama lavorerà sulle riforme costituzionali.
Al termine di una giornata convulsa e condita da qualche polemica, i Presidente dei due rami del Parlamento, Laura Boldrini e Piero Grasso, "hanno preso atto della sussistenza di una maggioranza numerica di senatori e deputati (alla Camera anche il Gruppo Fratelli d'Italia) favorevoli al superamento del principio della priorità temporale, in forza del quale l'iter sarebbe dovuto proseguire al Senato", come si legge in una nota congiunta giunta al termine di un incontro tra i due.
Su tale presupposto, Grasso e Boldrini, "nel definire l'intesa sul passaggio della materia elettorale alla Camera dei deputati, hanno allo stesso tempo convenuto sull'esigenza, anche ai fini di un'equilibrata condivisione dell'impegno riformatore, che il Senato abbia la priorità nell'esame dei progetti di legge di riforma costituzionale già presentati e preannunciati, in particolare quelli concernenti il superamento del bicameralismo paritario e per l'avvio di un più moderno ed efficiente bicameralismo differenziato".
Un accordo, quello tra i Presidenti di Camera e Senato, che ha ricevuto un insolito appoggio. Assieme al Pd si sono schierati infatti anche il Movimento 5 Stelle e SEL.
Ad ogni modo in serata è giunto anche l'endorsement del Nuovo Centrodestra. Gaetano Quagliariello parla di "decisione saggia".
Positivi commenti anche dal ministro dei rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, secondo il quale Grasso e Boldrini "hanno compiuto una scelta equilibrata che rispetta il ruolo di Senato e Camera e consente di chiudere una discussione sul metodo per avviare finalmente un lavoro sul merito".
Intanto c'è già chi definisce questa decisione un primo "effetto Renzi", visto che il neoeletto segretario del Pd si schiera da tempo per questo "passaggio".