(Teleborsa) - Niente rimpasti, né dimissioni. Il governo Letta dovrà andare avanti con la fiducia che il Parlamento gli confermerà la prossima settimana.
E' questo, in estrema sintesi, quanto emerso dal colloquio di ieri sera tra il Presidente del Consiglio e il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Perché il via libera del Senato alla legge di Stabilità, si legge in una nota del Quirinale, "ha confermato la permanenza del rapporto fiduciario anche nella nuova situazione politico-parlamentare venutasi a determinare", ovvero dopo il passaggio di Forza Italia - Il Popolo della Libertà all'opposizione.
Piuttosto, si dovrà procedere con un "
un sollecito passaggio parlamentare che consenta di prospettare indirizzi e contenuti dell'attività di Governo, segnando la discontinuità intervenuta tra la precedente e la nuova maggioranza" ormai orfana delle larghe intese.
A quando la
nuova prova di fiducia? Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha indicato il prossimo
11 dicembre. La mattina alle Camere, il pomeriggio al Senato.
Poco dopo le
primarie del Pd dell'8 dicembre, dunque. E qui torna alla ribalta
Matteo Renzi che proprio in questi giorni sembra, paradossalmente, l'avversario più temibile di Letta.
Il sindaco di Firenze ha promesso che in caso di vittoria alle primarie, e dunque se diventerà segretario del Pd, non esiterà a dettare all'Esecutivo alcune linee guida. Che sono il taglio di un miliardo dei costi della politica, un "gigantesco" piano per rilanciare il lavoro e un ruolo più aggressivo dell'Italia in Europa.