(Teleborsa) - Il Fondo Monetario Internazionale cala la scure sull'economia mondiale annunciando che crescerà meno di quanto stimato in precedenza a causa soprattutto del rallentamento delle economie emergenti.
Nell'ultimo aggiornamento del
World Economic Outlook, l'Organizzazione di Washington si attende, relativamente all'anno in corso, una crescita globale del 3,1% rispetto al 3,3% predetto ad aprile. Rivisto al ribasso anche il forecast per il 2014 dal 4% al 3,8%.
I
motivi di questo downgrade sono legati alla debole domanda interna, alla recessione dell'Eurozona e alla crescita più lenta del previsto delle maggiori
economie emergenti. E' proprio su queste ultime che il capo economista del FMI, Olivier Blanchard, si è soffermato spiegando in conferenza stampa che dopo molti anni di robusta crescita, i BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) stanno cominciando a rallentare il passo. Per esempio, il PIL della
Cina dovrebbe essere del 7,75% sia quest'anno che il prossimo, rispettivamente lo 0,25% e lo 0,5% in meno delle stime relative al 2013 e al 2014.
Gli effetti dei tagli alla spesa pubblica continueranno ad impattare gli
USA, la cui crescita sarà dell'1,7% nel 2013 e del 2,1% nel 2014 (+1,8% e +2,3% le precedenti stime).
Male l'Area Euro, che resterà in recessione per tutto il 2013 con l'attività in contrazione dello 0,6% (-0,4% il precedente forecast). Solo l'anno successivo rivedrà la luce con un PIL dello 0,9% e non dell'1% stimato in precedenza, anche a causa dei persistenti vincoli alla crescita e ai ritardi nell'attuazione delle politiche di rilancio dei settori-chiave, ma anche in scia alla ritardata ripresa del 2013.
Nemmeno l'Italia sfugge al taglio delle stime: per l'anno in corso il Fondo prevede per l'economia tricolore un calo dell'1,8% rispetto al -1,5% del precedente forecast, mentre nel 2014 il PIL sarà dello 0,7%. In questo caso la
revisione è al rialzo in quanto il precedente forecast indicava un +0,5%.
Non tutti i Paesi andranno peggio del previsto, comunque. L'FMI plaude infatti al
Giappone e alla Gran Bretagna, che quest'anno cresceranno più di quanto stimato ad aprile. Per l'anno successivo il Giappone metterà invece a segno un PIL dello1,2% (+1,5% il precedente outlook), la Gran Bretagna dell'1,5% (stabile).
Nulla la reazione dei mercati. Secondo la maggior parte degli analisti, questo taglio era nell'aria.