(Teleborsa) - L'Unione Europea sta preparando un
nuovo pacchetto di
sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina e questa volta sarebbe pronta a costringere le banche a rivelare informazioni sulle attività della Banca centrale russa. È quanto ha riportato Bloomberg dopo aver visionato la proposta su cui sta lavorando la
Commissione europea. Si tratterebbe questo di un primo passo per valutare le opzioni sul tavolo che potenzialmente permetterebbero di usare i fondi immobilizzati nell'UE degli istituti finanziari controllati dallo Stato russo per contribuire alla
ricostruzione dell'Ucraina una volta che il conflitto sarà terminato.
Tra le proposte della Commissione europea, riporta sempre l'agenzia di stampa finanziaria, c'è infatti anche un rafforzamento degli
obblighi di
comunicazione sui
beni congelati legati a società e individui russi sanzionati, suggerendo inoltre l'imposizione di una sanzione fino a 50.000 euro per gli individui e fino al 10% del fatturato annuo per gli enti in caso di mancato conferimento delle informazioni richieste. Il nuovo pacchetto di sanzioni – il
decimo – potrebbe vedere la luce già la prossima settimana, prima dell'
anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina.
Con il decimo pacchetto di sanzioni, secondo le intenzioni di Bruxelles, si vorrebbero introdurre anche ampie
restrizioni commerciali sui beni utilizzati dalle forze armate russe: tecnologie, componenti, veicoli pesanti, elettronica e terre rare. Tra le persone e le entità che l'Unione Europea vorrebbe sanzionare ci sono anche gli
istituti di credito russi Alfa Bank, Rosbank, Tinkoff Bank JSC e il National Wealth Fund della Federazione Russa.
Tra le proposte di sanzioni figurano anche un'estensione della sospensione delle
licenze di trasmissione dei media controllati dallo stato russo e che sono accusati di diffondere propaganda e manipolare e distorcere i fatti, prendendo di mira l'UE ei suoi vicini, il divieto per i
cittadini russi di ricoprire incarichi negli organi di governo degli operatori di infrastrutture ed entità critiche europee e, infine, il divieto di fornitura di
capacità di stoccaggio del gas a cittadini e residenti russi, nonché a entità stabilite in Russia.