(Teleborsa) - I venti di guerra che soffiano sempre più forte travolgono i prezzi del greggio. Tra gli investitori aumentano i timori di una
possibile invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che potrebbe tradursi in severe sanzioni contro il paese produttore top di petrolio.
L'escalation di tensioni fa volare le quotazioni di
petrolio sui massimi di sette anni: i future sul
Brent si attestano a 95,49 dollari al barile in rialzo dell'1,11%, mentre il
West Texas Intermediate (WTI) balza dell'1,14% a 94,25 dollari.
Gli Stati Uniti, ma anche il blocco dei 27 si prepara a soccorrere Kiev, in caso di invasione da parte di Mosca. Il
cancelliere tedesco Olaf Scholz, che oggi visiterà Kiev e domani Mosca, ha confermato che
la situazione è "critica" ed ha minacciato "sanzioni immediate" alla Russia in caso di attacco.
"Nessuno dovrebbe sorprendersi se la Russia creerà un incidente per giustificare l'azione militare che aveva pianificato da sempre", ha detto il
Segretario di Stato americano Anthony Blinken che ha parlato di "minacce imminenti" e della possibilità che la Russia usi un "pretesto" per invadere l'Ucraina.
Una posizione avallata anche dal
consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca, Jake Sullivan che ha ribadito "siamo pronti a continuare il lavoro della diplomazia, ma siamo anche pronti a rispondere in modo unitario e deciso con i nostri alleati" in caso di attacco di Mosca.