(Teleborsa) - Sparito dai radar da un po', è tornato di strettissima attualità il dibattito sul
MES. Nei giorni scorsi,
il presidente dell'Eurogruppo Donohoe ha chiesto lumi durante il colloquio con il Ministro dell'Economia Giorgetti.
"Il
MES è uno strumento ideato nel 2010 per salvare dal default Paesi in particolare crisi
in grado di minacciare la stabilità finanziaria europea, si tratta di quel Fondo Salva Stato intervenuto - nel periodo
2010-14 - in soccorso di
Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro. Ovviamente a fronte dell'intervento del Mes questi Paesi hanno dovuto adottare un rigido p
rotocollo di austerità economica - finanziaria. E' quanto spiega nella sua Ecopillola
Andrea Ferretti, economista, docente del Master in Scienze economiche e bancarie alla Luiss Guido Carli.
LA RIFORMA: "nel 2020 - spiega Ferretti - si è trovato un accordo politico su una riforma del MES i cui punti più dibattuti sono stati: le
condizioni di accesso alle linee precauzionali del MES, quelle più soft per le situazioni meno gravi e il ruolo di eccessivo peso attribuito dalla riforma agli organi interni del MES nella concessione dei finanziamenti ai Paesi in difficoltà".
LA SITUAZIONE ITALIA: "Su questa riforma, tutti i governi hanno già dato il loro consenso - compreso il Conte 2 nel 2020 - e tutti i parlamenti dell' Eurozona hanno già ratificato questo accordo . Tutti i parlamenti meno quello italiano perchè esiste da noi uno schieramento parlamentare -dentro e fuori la maggioranza - da sempre avverso al MES in quanto accusato di limitare la
sovranità nazionale in caso di un suo intervento".RISCHI CONNESSI A NO ITALIANO A MES:
"Siamo proprio sicuri che possiamo concederci il lusso di sdraiarci sull'asfalto di fronte all Europa come fanno gli ambientalisti per impedire la partenza di questo Fondo Salva Stati?" , chiede provocatoriamente Ferretti.
"probabilmente la risposta è no, fosse solo per non apparire
bipolari agli occhi dei partner europei. Un po' bipolare infatti potrebbe sembrare l'atteggiamento di isolarci ed aprire un serio contenzioso proprio nel momento in cui abbiamo chiesto alla Commissione maggiore elasticità di bilancio sul fronte del
deficit per sostenere il nostro tessuto produttivo, nel momento in cui stiamo chiedendo maggiore elasticità sulla messa a terra del
PNRR a causa delle nostre inefficienze burocratiche. Inoltre, a breve chiederemo alla Commissione di approvare - nell'ambito del nuovo Patto di Stabilità -
un piano di rientro dal debito particolarmente soft ed elastico"."Senza contare - conclude Ferretti - che a qualcuno poi potrebbe sembrare quantomeno piuttosto originale la nostra propensione a minare la credibilità dell'Italia
facendo inversione a U sul MES proprio quando abbiamo un disperato bisogno della massima credibilità internazionale. E questo perchè dal 2023 dovremo finanziare
il nostro abnorme debito pubblico senza l'ombrello protettivo della BCE che da marzo ridurrà progressivamente
l'acquisto di titoli pubblici europei, ed in particolare italiani".
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