(Teleborsa) - L'ultima
Ecopillola dell'economista
Andrea Ferretti torna sul
MES - Meccanismo europeo di stabilità, al centro del dibattito politico dopo il via libera delle opposizioni di fronte ad una maggioranza divisa. Esistono però delle
novità che potrebbero
far uscire l'Italia da una pericolosa situazione di stallo.
Come noto tutti i Parlamenti hanno già ratificato un pacchetto di modifiche a questo Fondo salva-stati, nato nel 2010 a tutela della stabilità finanziaria dell'Eurozona. - ricorda Ferretti - Tutti ad eccezione di quello italiano e questo perché esiste un movimento politico, dentro e fuori la maggioranza, che è storicamente contrario al MES, in quanto accusato di minacciare, in caso di un suo utilizzo, la sovranità dei Paesi in difficoltà.
1 - L'inutilità di un no al MESUna
chiusura aprioristica al MES appare davvero
inutile, perchè oggi non si sta discutendo di un utilizzo dei fondi del MES, ma solo di alcune modifiche al suo funzionamento.
L'attivazione del Meccanismo rimane sempre indissolubilmente legata a ad una
esplicita richiesta da parte del Paese in difficoltà. Inoltre, l'idea di forzare la mano alla Commissione europea, cercando di barattare un nostro assenso al MES con un nuovo Patto di stabilità più indulgente verso le esigenze italiane non ha grandi probabilità di successo. Gli altri Paesi, infatti, hanno dimostrato da tempo di on avere nessuna intenzione di legare le due questioni, che rimarranno drasticamente separate.
2- La rischiosità di dire no L'ultima cosa che deve fare un Paese di
2.800 miliardi di euro di debito pubblico e con una
spesa per interessi sul debito che,
nel 2026, raggiungerà i 100 miliardi, è quella di perdere credibilità sui mercati internazionali. E se l'Italia, che aveva dato l'assenso alle modifiche sul MES con il governo Conte Bis, ora facesse un rapido dietrofront, negando la ratifica, perderebbe appunto
credibilità e verrebbe percepita come meno affidabile dai mercati.
3 - La novitàIn attesa dell'imminente dibattito parlamentare sulle
modifiche al MES, il Ministero dell'Economia e delle Finanze (
MEF) a trazione leghista, guidato dal
Ministro Giorgetti, ha fatto irruzione sulla scena evidenziando
due cose: a) le modifiche al MES
non comportano alcun grave rischio per le nostre finanze pubbliche; b) la ratifica in esame, costituendo un chiaro segnale di una coesione a livello europeo,
ridurrebbe l'attenzione e la pressione dei mercati sul debito die Paesi più esposti come l'Italia.
ConclusioniLa speranza è che, con il tempestivo parere del Ministero di Giorgetti, la maggioranza storicamente perplessa sul MES, abbia voluto creare una
base tecnica sulla quale poggiare una transizione politicamente sostenibile verso una
ratifica di fatto ineluttabile, Anche perché più si rimanda la decisione sul MES e più cresce il nostro isolamento in Europa ed aumenta la vulnerabilità del nostro debito a fronte di imprevedibili shock esterni.
(Foto: Mika Baumeister on Unsplash)