(Teleborsa) - “
Si sta avvicinando il momento di una inversione di rotta sui tassi d’interesse da parte della Bce, come confermato anche dal Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. L’inflazione in casa nostra è scesa dal 10% del 2022 all’attuale 2,8%, è dunque ragionevole adesso una riduzione dei tassi a vantaggio delle imprese". Sono queste le considerazioni di
Andrea De Bertoldi (deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze a Montecitorio), intervenendo al
Cnpr forum "I tassi d’interesse affossano le imprese mentre le banche volano", promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
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Resta il tema che le aziende hanno bisogno di capitali e bisogna adoperarsi per
favorire l’investimento nell’equity. Un ruolo importante lo possono giocare in questo settore anche le
Casse dei professionisti e i fondi pensione per garantire i capitali necessari a nuovi investimenti. Almeno una quota significativa del 20% dei fondi pensione deve affluire nella borsa italiana nelle small e mid cap che rappresentano il cuore delle pmi", ha aggiunto De Bertoldi, sottolineando che "
per le famiglie il governo è intervenuto
tagliando il cuneo fiscale, accorpando le aliquote irpef ma la vera risposta sta nella ripresa economica del Paese".
Sulla
tassazione degli extraprofitti si è soffermato il
senatore Mario Turco (vicepresidente nazionale del M5s), che ricorda "abbiamo sempre
contestato la politica monetaria della Bce, errata per tempi e modalità", in quanto l’inflazione "non era monetaria bensì legata all’aumento dei costi energetici" ed "ha prodotto un aumento dei tassi del 4%" e
40 mld di extra profitti per le banche. N"oi abbiamo chiesto - ha sottolineato Turco - che questi extra
profitti vengano tassati ma su questa proposta il governo è stato ambiguo consentendo alle banche di non pagare attraverso giochi contabili perversi. Chiediamo inoltre la creazione di un
Fondo ristoro mutui per calmierare e ricalcolare i mutui che hanno subito incrementi della tassazione e il
ripristino delle agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima casa per i giovani. Serve infine introdurre il
salario minimo legale, a partire da 9 euro lorde, e rinnovare gli accordi contrattuali scaduti".
Secondo
Roberto Pella (capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio alla Camera), "l’aumento dei tassi sta provocando una grossa
crisi per imprese e famiglie influendo pesantemente nei loro bilanci". "La riduzione dei tassi - ha ricordato Pella - non arriverà prima dell’estate e questa condizione continuerà a ripercuotersi sulle aziende. Dobbiamo
auspicare che la scelta della
riduzione dei tassi avvenga quanto prima. Per le famiglie nella manovra economica abbiamo abbassato il cuneo fiscale, consentendo ai lavoratori dipendenti di trovarsi in busta paga oltre cento euro in più, aumentandone la platea dei beneficiari, così come è stata ampliata la fascia del fringe benefit. Stiamo portando avanti la riforma fiscale per aiutare i cittadini ad essere più sereni nel momento delle dichiarazioni puntando a favorire la ‘compliance’ tra Agenzia delle Entrate e contribuenti”.
Sulla
dignità dei salari si è espresso
Marco Grimaldi (parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra in Commissione Bilancio), sec ondo cui "bisogna alzare i salari e abbassare i tassi d’interesse, ma la
soluzione non è politica perché la Bce segue logiche diverse. Dopo la pandemia, le risorse destinate alla conversione ecologica dell’economia sono state ulteriormente rallentate da due conflitti in atto in Ucraina e in MO, allontanando la fine dell’era fossile. C’è un
riposizionamento degli investimenti sia in Europa che nelle relazioni internazionali che ci preoccupa. Per aiutare concretamente le famiglie serve un
meccanismo di indicizzazione dei salari introducendo anche un
salario minimo nazionale o europeo".
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da
Pasqua Borracci (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari), secondo la quale "l’aumento dei tassi deciso dalla
Bce sta affossando le imprese italiane mentre ‘volano’ le banche. Servono soluzioni immediate per riequilibrare le cose in un’ottica di maggiore equità. Ma le imprese non sono le uniche a soffrire in questo scenario, anche per le famiglie non è stato semplice far quadrare i bilanci tra inflazione, mutui e aumenti dei costi energetici".
Le conclusioni sono state affidate a
Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili), secondo cui "non c’è una grande attività in termini di sostegno alle imprese", ma "il tema è un altro" e cioè "il
costo dei maggiori tassi va tutto a carico del destinatario finale. Evidentemente c’è
qualcosa che non funziona nel sistema. Anche gli effetti per le famiglie del maggior costo del denaro sortiscono la stessa anomalìa; anche qui c’è chi profitta dei rialzi. Un intervento legislativo - sottolinea - avrebbe potuto essere fatto, magari mettendo un
tetto massimo alla crescita dei tassi da parte delle banche. Perché il plusvalore di profitto delle banche non deve ricadere sulle famiglie. Un tetto è uno strumento che poteva essere posto in essere, ma non si è avuta la fermezza di metterlo in campo".