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Giovani, Eurispes: Italia paese europeo con più NEET

3.085.000 nel 2020

Economia
Giovani, Eurispes: Italia paese europeo con più NEET
(Teleborsa) - La maggior parte dei cittadini ritiene che negli ultimi 12 mesi vi sia stato un peggioramento netto o parziale della situazione economica generale (59,1%). Il 10,3%, un cittadino su dieci, ritiene che la situazione economica dell'Italia sia migliorata (nettamente o in parte) nel corso di quest'anno. Per il 14,3% l'economia italiana nell'anno appena trascorso ha vissuto un periodo di stabilità. In molti non hanno saputo dare indicazioni in merito (16,3%).



È quanto emerge dal 34° Rapporto Italia dell'Eurispes. Guardando al futuro, la convinzione è che la condizione economica generale sia destinata a subire un peggioramento (47%). Per il 24,3% stiamo per vivere un periodo di stabilità e solo per il 6,4% ci sarà un miglioramento. Il 36,5% dei cittadini afferma che la condizione economica propria e della sua famiglia nell'ultimo anno è rimasta sostanzialmente stabile, mentre per il 39,4% è peggiorata. Il 45,3% delle famiglie italiane è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese, dato in crescita dell'8,2% rispetto al 2021, sebbene l'anno peggiore sia stato il 2020 con il lockdown (47,7%). Diminuiscono del 9% (rispetto al 2021) le famiglie che affrontano senza problemi tutte le spese mensili (35,3%).

Al primo posto nelle preoccupazioni degli italiani conflitti e crisi energetica. L'84,3% dei cittadini, infatti, è preoccupato dalla possibilità di un conflitto mondiale, mentre l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia preoccupa l'83,2% degli italiani. Ma la crisi energetica preoccupa anche di più (87,3%).

Il report rileva anche che in Italia sono in costante aumento coloro che vengono definiti NEET (Not in education, employment or training) e nel 2020 l'Italia è il paese in cui ci sono più neet rispetto a tutti gli altri Stati dell'Unione europea, con il 25,1%; segue la Grecia (21%), la Bulgaria (19%) e la Spagna (18,6%). l numero di neet nella classe di età 15-34 anni, tra il 2007 e il 2014, è aumentato fino a raggiungere il primo posto nella classifica Eurostat nel 2020 con 3.085.000 unità. Dei 3.085.000 neet in Italia, ben 1,7 milioni sono donne. Il 25% delle ragazze con meno di 30 anni rientra nel gruppo e degli 8,6 milioni di donne in questa condizione, in tutta Europa, un terzo appartiene all'Italia, dove si riscontra un'alta quota di neet soprattutto nelle zone del Meridione.

Poco meno della metà degli italiani (46,6%) ammette di non avere idea di come si sia originata la pandemia da Covid-19. Poco più di un intervistato su 4 (25,7%) ritiene che ci sia dietro qualcuno, mentre per il 22,9% è stato solo una casualità. Un più contenuto 4,8% afferma, al di là di ogni evidenza, che non esiste nessuna vera pandemia. Tra coloro che non credono che la pandemia derivi semplicemente da una casualità (ricordiamo che sono il 25,7%), il 42,1% ritiene che il virus sia stato creato in laboratorio e poi sfuggito dal controllo, il 25,7% pensa invece che sia stato creato in laboratorio e diffuso di proposito nel mondo. Per un 15,4% ci si sarebbe accorti troppo tardi dell'esistenza del virus e non si è stati capaci di fermarlo, per l'11,3% il virus è un normale virus influenzale ma è stato usato per altri scopi. Nell'indicare un responsabile, la convinzione è che la pandemia non sia una casualità: in quasi un terzo dei casi (31,4%) viene indicato il governo cinese; un altro 27,3% attribuisce la responsabilità ai poteri forti globali, un 12,1% alle multinazionali farmaceutiche.


Ma cosa pensano gli italiani del Pnrr? Il 63,8% non crede nel corretto utilizzo dei fondi; più di un terzo degli italiani, il 36,2%, si dichiara invece fiducioso che le risorse verranno correttamente utilizzare. Questi alcuni dati che emergono dal 34° Rapporto Italia dell'Eurispes. Il 25,5% dei cittadini vorrebbe le risorse impiegate per la manutenzione e la messa in sicurezza delle opere esistenti, affermando una fragilità percepita delle nostre infrastrutture. Il 24,8% guarda al futuro, prediligendo la conversione ecologica delle infrastrutture presenti, mentre il 24,5% vorrebbe interventi mirati a colmare il ritardo infrastrutturale del Mezzogiorno. Solo 1 italiano su 10 (10,2%) vorrebbe che i fondi venissero impiegati per la creazione di grandi opere.


"Mai avremmo pensato di dover presentare il Rapporto Italia in una situazione segnata dal sommarsi della emergenza della pandemia del Covid, una tragedia che continua a mietere centinaia di vittime ogni giorno, con l’emergenza della guerra che si è aperta inaspettatamente nel nostro continente". Così nelle considerazioni generali che aprono il Rapporto il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara. "Come comunità italiana dobbiamo oggi riflettere anche per prendere coscienza dei limiti dei nostri sistemi conoscitivi. Un dato è certo: le due emergenze si sono rivelate al mondo come fatti sorprendenti, inattesi, imprevedibili. Questo è il punto su cui riflettere, pensando a quanto sia controproducente e lontana da ogni riferimento etico la posizione di chi ha giustificato i propri evidenti limiti di analisi, conoscenza e previsione, definendo queste emergenze semplicemente delle “sorprese strategiche maggiori".

Nel passaggio storico che stiamo vivendo, conclude il Presidente dell’Eurispes, occorre operare per la costruzione di una “Buona Società”. Ciò significa, al di là di ogni possibile rigurgito o tentazione ideologica, agire per la identificazione e condivisione del punto di equilibro di una vera coesione sociale. Un nuovo patto sociale che si basi sulla affermazione o, meglio, sulla riaffermazione di quei valori umani indicati dalla Costituzione italiana sui rapporti etico-sociali; valori esplicitati come diritti e doveri alla solidarietà, come responsabilità verso se stessi e gli altri, come apertura al merito. Questi ultimi due anni segnati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, hanno messo a dura prova il Paese ma, nello stesso tempo, hanno evidenziato la sua capacità, talora inattesa, di resistere e il valore di alcune sue componenti. E questo nonostante ci sia una politica che non rinuncia agli antichi vizi e irresponsabilmente rema contro la stabilità ricercata nell’attuale momento di crisi ed emergenza dal Governo e dal Presidente della Repubblica. C’è evidentemente un’Italia che funziona, che è in grado di esprimere una elevata qualità di azione. Insomma, "un’Italia che c’è", è pronta. È da qui si può ripartire".
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