(Teleborsa) -
Sono in arrivo delle novità per il pagamento del canone Rai, che dal 2016 era associato alla bolletta elettrica. L'esigenza di ridurre i costi fitti dell'utenza energetica, infatti, ha consigliato al
Ministro dell'Econom8ia Giancarlo Giorgetti di avanzare
altre ipotesi, ad esempio quella di inserirla sulle utenze telefoniche.
Giorgetti, in occasione dell'audizione dinanzi alla Vigilanza Rai, ha proposto di finanziare gli investimenti Rai con la
fiscalità generale oppure spostare il peso dalla bolletta elettrica alle
utenze telefoniche. Il nuovo costo andrebbe a gravare su tutte le utenze, che siano a consumo o flat, a contratto o ricaricabili.
Attualmente, il canone Rai viene
pagato sulla bolletta dell'energia elettrica: vale 9 euro al mese per 10 mesi l'anno e si paga a bimestre per un importo di 18 euro, che va appunto a gravare sui costi fissi della fatturazione.
Un sistema in piedi dal 2016, quando il Governo Renzi, per eliminare l'evasione, studio questo artificio per far pagare a tutto il canone sulla TV di Stato.
Un sistema che si basa all'assunzione che di utenza elettrica ne esista una a famiglia e che si possa escludere il doppio pagamento delle seconde case grazie alla discriminante della residenza.
Non pagano il canone computer, smartphone e tablet, dato che che fruiscono i programmi TV solo da Internet, ma solo quelli "privi di sintonizzatore" (oggi collegabile con una chiavetta USB) per ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare.
Ma protestano i consumatori. "Da sempre proponiamo di eliminare il canone Rai, continuando a finanziare il servizio pubblico con la fiscalità generale. Sarebbe più equo considerato che oggi il canone lo pagano anche i poveri assoluti, salvo abbiano più di 75 anni, un'ingiustizia vergognosa", afferma
Massimiliano Dona, presidente dell'
Unione Nazionale Consumatori.
"Faremo, invece, le barricate contro l'abuso di far pagare il canone Rai a chi ha un telefonino", anticipa il Presidente di UNC, ricordando il parere diverso del MISE (oggi MIMIT) a proposito dei dispositivi digitali (computer, tablet e smartphone) ed avvertendo ""non accetteremo alcun passo indietro. Sarebbe una prevaricazione mettere le mani nelle tasche degli italiani solo perché hanno uno smartphone".