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Commercio estero frena: deficit oltre 2,1 miliardi e battuta d'arresto export (-2,1%)

Economia, Macroeconomia
Commercio estero frena: deficit oltre 2,1 miliardi e battuta d'arresto export (-2,1%)
(Teleborsa) - Il commercio estero dell'Italia alla fine accusa la crisi economico-politica e, dopo cinque mesi di crescita, si registra una frenata dell’export sia verso i paesi Ue sia verso i mercati extra Ue. E' quanto rileva l'Istat, secondo cui si è registrata a giugno una crescita delle importazioni (+1,8%) ed una flessione per le esportazioni (-2,1%). La diminuzione su base mensile dell’export è dovuta al calo delle vendite verso entrambe le aree, più intensa per l’area Ue (-2,6%) rispetto ai mercati extra Ue (-1,4%).

Nel secondo trimestre del 2022, la dinamica congiunturale dell'export si conferma tuttavia molto positiva sebbene in decelerazione (+6,2%, da +8% del primo trimestre) e l’import aumenta dell’11,3%.

A giugno 2022 il disavanzo commerciale è pari a 2.166 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 5.673 milioni di giugno 2021. Il deficit energetico raggiunge i 9.257 milioni (era 2.637 milioni un anno prima). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici si riduce a 7.091 milioni, da 8.310 milioni di giugno 2021.

La variazione tendenziale vede ancora l’export in aumento del 21,2%, con una crescita sostenuta di analoga intensità verso entrambe le aree, Ue (+21,2%) ed extra Ue (+21,1%). L’import registra un incremento del 44,2%, che coinvolge in misura molto più ampia l’area extra Ue (+75,1%) rispetto all’area Ue (+22,1%).

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: prodotti petroliferi raffinati (+100,9%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+47,8%), sostanze e prodotti chimici (+30,0%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,1%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+19,6%).

I paesi partner più attivi sono Stati Uniti (+25,3%), Germania (+15,6%), Francia (+16,7%), Belgio (+54,0%) e Turchia (+87,4%). L’export verso la Russia (-19,1%) si conferma in forte flessione; in lieve calo anche le vendite verso la Svizzera (-2,2%).

Nei primi sei mesi del 2022, la crescita tendenziale delle esportazioni (+22,4%) è dovuta in particolare all’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+25,7%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+36,7%), prodotti petroliferi raffinati (+99,7%), sostanze e prodotti chimici (+28,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+20,6%).

A giugno, i prezzi all’importazione crescono dell'1,8% su base mensile e del 21,5% su base annua (era +20,1% a maggio).

Il commento


Su base annua, la crescita dell’export rallenta ma resta molto sostenuta, con incrementi diffusi a tutti i settori e a tutti i principali paesi partner, a esclusione di Russia e Svizzera. Gli acquisti di gas naturale e di petrolio greggio contribuiscono per 15,7 punti percentuali al marcato incremento tendenziale dell’import del nostro Paese.
Il deficit energetico si amplia ulteriormente, per effetto dei forti rialzi dei valori medi unitari all’import di gas, greggio ed energia elettrica, e supera nei primi sei mesi dell’anno i 48 miliardi; nello stesso periodo il deficit commerciale sfiora i 13 miliardi, a fronte di un avanzo di quasi 29 miliardi dei primi sei mesi del 2021.
A giugno, dopo l’aumento contenuto di maggio, si rafforza la crescita congiunturale dei prezzi all’import che riprendono ad accelerare su base annua; a contribuire sono soprattutto i rialzi dei prezzi dei prodotti energetici nell’area non euro.
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