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Eurozona, BCE: migliora stabilità finanziaria, faro su rischi geopolitica

Economia
Eurozona, BCE: migliora stabilità finanziaria, faro su rischi geopolitica
(Teleborsa) - Le banche dell'area euro sono rimaste resilienti ma le basse valutazioni di borsa del settore "suggeriscono che gli investitori sono preoccupati sulla tenuta nel tempo della redditività". Lo afferma la Banca centrale europea nell'ultimo rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria, in cui si indicano tre livelli di sfida per le banche.

Primo, le preoccupazioni sulla qualità delle loro attività di portafoglio stanno crescendo, dato l'aumentare dei segnali di perdite su alcuni prestiti, in particolare nell'immobiliare commerciale. Secondo, prosegue la Bce, i costi di finanziamento delle banche sembrano destinati a restare elevati, anche se i tassi di riferimento (che riflettono quelli stabiliti dalla stessa Bce) stanno iniziando a calare. Infine, terzo elemento di sfida, i ricavi delle banche potrebbero risultare danneggiati mentre le entrate operative si indeboliranno con la crescita dei prestiti che resta sottotono e con minori entrate dai mutui a tassi variabili. Secondo la Bce complessivamente il settore bancario dell'eurozona è ben attrezzato a livelli di liquidità per gestire questi rischi, viste anche le solide posizioni patrimoniali. Per preservare la resilienza e la forza delle banche in un contesto macroeconomico incerto, l'istituzione rileva che sarebbe opportuno per le autorità macro prudenziali mantenere i margini patrimoniali supplementari attuali per assicurare che siano disponibili nell'eventualità di sviluppi negativi. In parallelo, occorre attuare un quadro di vigilanza macro prudenziale ampio per la finanza non bancaria e una vigilanza più integrata a livello europeo di queste entità, che giocano una accresciuto ruolo nel mitigare i rischi sulla stabilità finanziaria. Un settore finanziario non bancario resiliente supporterà i progressi verso l'unione dei mercati dei capitali, contribuendo tramite una fonte di finanziamento stabile per l'economia reale.

Complessivamente le condizioni sulla stabilità finanziaria nell'area euro sono migliorate negli ultimi sei mesi, mentre i rischi di una caduta in recessione sono diminuiti, ma i mercati restano esposti a possibili ripercussioni negative a livello macroeconomico e finanziario e agli sviluppi problematici a livello geopolitico. Lo afferma la Banca centrale europea nel suo ultimo Rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria. L'inasprimento delle condizioni finanziarie e di finanziamento - cui ha contribuito la stretta monetaria della stessa Bce - sta mettendo alla prova la resilienza delle famiglie più vulnerabili nell'eurozona, delle imprese e dei conti pubblici, mentre la contrazione dei mercati immobiliari in varie Paesi crea pressioni sulle aziende del settore.

Secondo la relazione semestrale, presentata oggi con una conferenza stampa dal vicepresidente Luis de Guindos, che firma l'editoriale dello studio, la stabilità finanziaria dell'eurozona ha beneficiato del miglioramento delle prospettive economiche, con l'inflazione che ha continuato ad attenuarsi e la fiducia degli investitori che parallelamente è migliorata. Tuttavia "le prospettive restano fragili, dato che le possibilità di shock economici e finanziari risultano elevate in un contesto di accresciute incertezze geopolitiche e sulle politiche che verranno perseguite a livello globale". In questo quadro, secondo De Guindos è opportuno "rafforzare ulteriormente la resilienza del sistema finanziario" per attrezzarlo di fronte alla crescente incertezza. Il miglioramento del clima di fiducia tra gli investitori riflette le aspettative di allentamenti di politica monetaria - chiaramente da parte della stessa Bce, che ha lanciato ripetuti segnali di un primo taglio dei tassi a giugno senza però vincolarsi a un percorso di progressive riduzioni -.

Il rapporto dell'istituzione avverte tuttavia che alla luce della vulnerabilità dei mercati finanziari a ulteriori shock avversi, "il clima potrebbe mutare rapidamente". Per esempio, forti tensioni geopolitiche potrebbero innescare volatilità e "creare il potenziale per reazioni di mercato fuori scala che potrebbero venire amplificate da imprese non bancarie con strutturali fragilità sulle liquidità".


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