(Teleborsa) -
Ventidue articoli suddivisi in cinque "capitoli":
principi generali e tempi di attuazione; i tributi; i procedimenti e le sanzioni; testi unici e codici; disposizioni finanziarie: è questo lo
"schema" che compone la bozza di disegno di
legge delega per la riforma fiscale, domani sul tavolo del Consiglio dei Ministri, in programma nel
primo pomeriggio. Come, del resto, aveva anticipato nei giorni scorsi il viceministro
Leo che ha più volte sottolineato l'intenzione da parte del Governo di
"rimettere mano all’intero sistema fiscale italiano: dalle tasse sulle persone a quelle sulle imprese, passando dalla riscossione alle sanzioni fino alle accise".
"Il Governo rivendica con orgoglio le scelte fatte finora, sempre in difesa dell'interesse italiano. Domani in Consiglio dei Ministri importanti novità a sostegno di cittadini, famiglie e imprese: una rivoluzione fiscale che garantisca meno tasse, più crescita, equità e che getti le basi per un nuovo rapporto di fiducia tra fisco e contribuenti. Avanti a testa alta", scrive il premier
Giorgia Meloni sui social.
Nell'attuazione delle delega per la
riforma fiscale - si legge nella bozza - il
Governo dovrà osservare
i seguenti principi e criteri: stimolare la crescita economica e la
natalità attraverso
l'aumento dell'efficienza della struttura dei tributi e la riduzione del carico fiscale, anche al fine di sostenere
famiglie, lavoratori e imprese; prevenire e ridurre
l'evasione e l'elusione fiscale; razionalizzare e semplificare il sistema tributario; rivedere gli adempimenti dichiarativi e di versamento a carico dei contribuenti.
Riduzione delle aliquote
Irpef - rispetto alla quale la bozza non dà indicazioni, tuttavia è stato più volte anticipato dal Governo l'intenzione di ridurla da 4 a 3 - e una prima
“flat tax” per i
dipendenti che si applicherà sui
redditi aggiuntivi rispetto a quelli dell’anno precedente,
“ricalcando”, di fatto, lo
schema già sperimentato per gli autonomi. "Revisione e graduale riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), nel rispetto del principio di progressività e nella prospettiva della transizione del sistema verso l'aliquota impositiva unica", si legge. Nei fatti si passerà da 4 a 3 scaglioni con aliquote più basse: due le ipotesi che sarebbero allo studio, un sistema con aliquote al
23%, 33% e 43% e un'alternativa più costosa (secondo indiscrezioni 10 miliardi, contro i 6 dell'altra) con il secondo scaglione al 27%.
Tra i principi generali per la revisione
dell'Irpef, la bozza indica "
il riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito, delle aliquote di imposta, delle detrazioni dall'imposta lorda e dei crediti d'imposta, tenendo conto della composizione del nucleo familiare e dei costi sostenuti per la crescita dei figli; della tutela del bene casa e di quello della salute delle persone, dell'istruzione, della previdenza complementare; degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza energetica e della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente". Come illustrato nelle scorse ore alle parti sociali, la revisione delle
tax expenditure, da cui si dovrebbe ricavare parte delle risorse da utilizzare per la riforma, consentirà di mettere mano alle attuali 600 voci che comportano una 'spesa fiscale' pari a 165 miliardi di euro. Le ipotesi allo studio per i decreti attuativi prevedono forme di forfettizzazione per scaglioni di reddito. Tra i possibili interventi, l'equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti e pensionati e l'estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti.
La bozza prevede anche la
possibilità di estendere il regime della cedolare secca agli
immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativoIntanto, si profila alta tensione con i sindacati:
Cgil, Cisl e Uil, di nuovo compatti,
bocciano l'impianto della riforma, contestando innanzitutto il metodo ma anche il merito. E, in assenza di risposte, non solo sul fisco ma anche sugli altri temi aperti - dalle pensioni alla sicurezza sul lavoro - si dicono pronti a valutare iniziative di mobilitazione. Cisl compresa. Dopo lo sciopero di Cgil e Uil i rapporti erano rimasti più freddi. Ora le posizioni sembrano riconvergere verso
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