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BCE, analisti: meeting con poche sorprese, ma pausa da rialzi tassi è lontana

Finanza
BCE, analisti: meeting con poche sorprese, ma pausa da rialzi tassi è lontana
(Teleborsa) - Nessuna sorpresa sull'entità dell'aumento del costo del denaro attuato oggi da Francoforte. Come largamente scontato da mercati e analisti, il consiglio direttivo della BCE ha infatti alzato i tassi ufficiali di 25 punti base: il tasso sui depositi presso BCE, il tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento e il tasso di rifinanziamento marginale salgono rispettivamente a 3,50%, 4,0% e 4,25%. Più interessanti sono state invece le indicazioni sulla forward guidance e le parole della presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa.

"L'ultima decisione della BCE sui tassi di interesse e la conferma di una più rapida riduzione del bilancio sono in linea con le aspettative - ha detto Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income - Detto questo, le proiezioni aggiornate dello staff e il linguaggio della dichiarazione di politica monetaria suggeriscono una prospettiva di politica monetaria decisamente più aggressiva del previsto. Le proiezioni sulla crescita del PIL sono state riviste al ribasso, ma solo di poco, visto il flusso di dati più debole. Ma soprattutto, le previsioni sull'inflazione sono state riviste al rialzo per ogni anno, compreso il 2025, che la BCE vede ora al 2,2% - quindi al di sopra dell'obiettivo della BCE".

Riesponendo alle domande dei giornalisti, Lagarde ha detto che molto probabilmente la BCE continuerà ad aumentare i tassi nel prossimo meeting di luglio e che non sta pensando a una pausa nel suo percorso di inasprimento.

"La BCE non ha perso un colpo nel suo ciclo di rialzo dei tassi, con un ulteriore rialzo dello 0,25% che porta il tasso di deposito al 3,5% - ha dichiarato Felix Feather, analista economico europeo di abrdn - Se da un lato la BCE continua a sottolineare la dipendenza dai dati, dall'altro la presidente Lagarde ha suggerito che anche a luglio un rialzo dei tassi sarà molto probabile. Pensiamo che questo rialzo sarà l'ultimo del ciclo, vista la diminuzione dell'inflazione. Ma il tasso di crescita dei salari è ancora molto elevato, per cui è probabile che possa esserci un rialzo anche a settembre".

Le domande hanno toccato anche le aspettative del mercato e il terminal rate, sui Lagarde ha preferito non rispondere, ribadendo che il punto di arrivo è costituito dal ritorno dell'inflazione al 2%.

Per quanto riguarda le prossime mosse, "Lagarde ha reso abbastanza esplicito il rialzo di luglio, a meno che non si verifichi un cambiamento sostanziale del quadro macro, dopo di che ha indicato che le mosse successive dipenderanno dai dati - ha fatto notare Antonella Manganelli, AD e Responsabile Investimenti di Payden & Rygel Italia - Si può quindi dedurre che in questo momento la BCE non voglia contraddire l'aspettativa del mercato su un tasso terminale del 3,75-4%. Nessun commento invece sulla dimensione del bilancio e sul PEPP; pensiamo questo possa diventare argomento di conversazione una volta raggiunto il tasso terminale".

Per quanto gli argomenti contro ulteriori aumenti dei tassi si stiano rafforzando, la BCE non può permettersi di sbagliare sull'inflazione e di veicolare messaggi sbagliati ai mercati.

"In modo simile alla Fed ieri, sembra chiaro che la BCE voglia evitare a tutti i costi il rischio che un tono percepito come non sufficientemente falco possa portare a un allentamento troppo precoce delle condizioni finanziarie", ha commentato Alvaro Sanmartín, Chief Economist di Amchor IS.

"Per raggiungere questo obiettivo - ha aggiunto - oggi ha fatto diverse cose oltre ad alzare i tassi: dire che è molto probabile che vengano alzati di nuovo a luglio; non escludere ulteriori rialzi - Lagarde ha detto che non hanno ancora pensato a una pausa; rivedere al rialzo le previsioni di inflazione per il 2025 al 2,2% - un messaggio agli operatori, non solo sul fatto che ci sarà ancora qualche rialzo ma, soprattutto, che i tassi impiegheranno molto tempo a scendere; fare ripetutamente riferimento alla forza del mercato del lavoro e alla necessità di seguire l'evoluzione dei salari - facendo più volte riferimento al costo unitario del lavoro come variabile chiave per l'evoluzione futura dei prezzi".
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