(Teleborsa) -
Le azioni dei produttori di chip sono andate KO sulle due sponde dell'Atlantico, dopo alcuni commenti su Taiwan dell'ex presidente, Donald Trump, candidato alla Casa Bianca per i Repubblicani alle prossime elezioni di novembre, e di alcuni piani dell'amministrazione Biden per limitare l'export di tecnologia chiave verso la Cina.
Sul primo fronte,
Donald Trump ha detto a Bloomberg Businessweek che
Taiwan dovrebbe pagare gli Stati Uniti per la sua difesa in quanto non dà nulla al Paese, facendo crollare le azioni di
Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC) - il più grande produttore di chip a contratto del mondo - quotate negli Stati Uniti.
L'
amministrazione Biden, ha riferito Bloomberg News, ha invece detto agli alleati che sta prendendo in considerazione forti restrizioni se aziende come Tokyo Electron e
ASML continuano a concedere alla Cina l'accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori. Gli Stati Uniti stanno inoltre valutando ulteriori sanzioni su specifiche aziende cinesi di chip legate a Huawei.
Ribasso per
Nvidia, che tratta in perdita del 5,92% sui valori precedenti, per
Advanced Micro Devices, che scende dell'8,05%, per
Broadcom, che esibisce una perdita secca del 6,72%, per
Micron Technology, che esibisce una variazione negativa del 5,40%, per
ARM Holdings, che mostra un -8,21%.
Si muove invece
in controtendenza Intel, grazie agli sforzi compiuti negli ultimi anni per costruire impianti negli Stati Uniti e per il fatto che la società è uno dei maggiori beneficiari dello U.S. Chips Act.
In
Europa,
ASML Holding ha chiuso con un calo del 10,93%. In
Italia,
Technoprobe ha archiviato la sessione in flessione del 5,11% sui valori precedenti.