(Teleborsa) - Dopo giorni di guerra ed uno tsunami che ha investito il settore finanziario arriva inesorabile il
taglio del rating della Russia, una bocciatura che fa perno sull'
isolamento del paese causato delle
sanzioni imposte dall'Occidente, sull'esclusione dal sistema internazionale dei pagamenti SWIFT, e sull'
accresciuta probabilità di default, nonostante l'esistenza di enormi riserve.
L'agenzia di rating statunitense
S&P ha così annunciato il
taglio il rating sovrano della Russia confermando un credit watch negativo. Il merito di credito è stato ridotto per la seconda volta nel giro di qualche giorno ed è passato da BB+
a CCC- che indica una posizione
"vulnerabile". "Il downgrade segue l'imposizione di misure che riteniamo aumenteranno in modo sostanziale il rischio di default", spiega l'agenzia americana.
La decisione di S&P è stata accompagnata dall'
analoga azione di Fitch e Moody's che hanno tagliato il rating della Russia, portandolo su un
livello "junk" (spazzatura). Entrambe hanno esercitato un taglio di sei notch (gradini) portando la
valutazione a B3.
"La gravità delle sanzioni internazionali rappresenta un enorme shock per i fondamentali di credito della Russia, e minaccia la sua volontà di ripagare il debito del Governo", sottolinea Fitch, mentre Moody's vede il rischio di "una crisi prolungata dell'economia e del settore finanziario a causa delle sanzioni che limitano l'accesso alle riserve internazionali del Paese".
A questi livelli il
default della Russia è praticamente dietro l'angolo e infatti, il prossimo 16 marzo scadranno una tranche di cedole sul debito per un importo di oltre 100 milioni di dollari. Se anche Mosca dovesse superare questo primo banco di prova, nell'immediatezza, il 4 Aprile, scadranno bond per un valore di 2 miliardi di dollari.