(Teleborsa) - Le agevolazioni fiscali continuano ad aumentare sia nel numero che nell'importo complessivo, anche se il beneficio medio per il contribuente risulta "molto contenuto" per il contribuente rispetto a quanto avviene in altri paesi europei. È quanto emerge dai
dati illustrati dal direttore generale delle Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, nel corso di un'audizione alla commissione Finanze del Senato.
"Tra il 2021 ed il 2022 le tax expenditure sono passate da 592 a 626 voci – ha riferito
Spalletta – non c'è stata una investione di tendenza sul passato ma al contrario un aumento continuo e permanente. In 7 anni tra il 2016 ed il 2022 sono arrivate 182 nuove voci e quindi sono cresciute di più del 40%. Rispetto ad altri paesi area Ocse – ha sottolineato – l'Italia si caratterizza per importi complessivi particolarmente rilevanti sia in termini di spese agevolabili sia per impatto sui conti pubblici in termini di riduzione delle entrate".
Nel periodo 2017-2023 "le minori entrate ascrivibili alle agevolazioni fiscali rappresentano mediamente il 6% del PIL con un andamento tendenzialmente crescente: si va dal +5% del 2017 al +6,3% del 2023" ha riferito il dg delle Finanze spiegando che l'entità di perdita di gettito complessivo è aumentata del 43% dagli 87,3 miliardi del 2017 ai 125,6 miliardi di minori entrate nel 2023. Nonostante questo, ha sottolineato ancora Spalletta, "in Italia l'importo del
beneficio medio per contribuente risulta molto contenuto rispetto ad altri paesi, ed in particolare rispetto agli altri paesi europei. Più della metà delle spese fiscali ha un costo inferiore ai 10 milioni di euro. Il che significa che c'è una evidente polverizzazione che limita il beneficio medio del contribuente. Questo – ha proseguito – ci porta a dire che gran parte delle agevolazioni non hanno un carattere sistemico ma sono frammentate e non rispondono a criteri programmati di razionalità o di equità".
In tale scenario emerge come il costo del superbonus e degli altri bonus edilizi sia risultato "molto superiore alle attese" arrivando a
110 miliardi di euro di cui
61 solo per il Superbonus. Un dato peraltro "parziale" perché "non abbiamo ancora tutti i dati del 2022 – ha detto
Spalletta –. Il monitoraggio dei dati dell'Enea ha evidenziato che i contribuenti hanno beneficiato delle agevolazioni in misura molto superiore alle attese, con conseguenti maggiori oneri rispetto alle risorse previste i occasione dell'introduzione dell'agevolazione. Nell'aggiornamento delle previsioni tendenziali incluse nella Nadef – ha aggiunto – la stima del Superbonus e degli altri bonus edilizi è stata aumentata a 110 miliardi di euro con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi rispetto alle previsioni iniziali per quello che riguarda tutto l'orizzonte temporale. In particolare le previsioni relative al Superbonus si attestano a 61 miliardi e quelle sul bonus facciate a 19 miliardi. Per gli anni 2023-2026 i maggiori oneri hanno determinato un peggioramento delle previsioni delle imposte dirette per importi copmpresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno".
Per il
dg delle Finanze "il fatto che sia venuto meno quel conflitto di interessi tra committente ed appaltatore ha fatto sì che ci sia stato un aumento in molti casi ingiustificato dei prezzi e questo già di per se porta ad una distorsione non tollerabile, poi si sono aggiunti fenomeni di frode che hanno peggiorato il quadro".