(Teleborsa) - Lo Stato dei rapporti con l'Europa è di "un governo che cerca di
massimizzare i vantaggi del Paese all'interno di quelle che sono le regole europee", in quanto l'Italia non ha "
nessuna intenzione di violare o spaccare il sistema, però sicuramente stiamo facendo dei ragionamenti e cercando di difendere l'interesse nazionale". Lo ha detto il ministro dell'Economia e delle Finanze (MEF),
Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento alle celebrazioni per i 145 anni de Il Messaggero.
Giorgetti ha spiegato che sul
PNNR è in corso "una
battaglia epica tra la burocrazia italiana e quella europea": da una parte "c'è uno stress incredibile per l'amministrazione italiana, e stiamo facendo del nostro meglio", "ma allo stesso tempo c'è un approccio da parte dei tecnici della UE che è particolarmente cavillloso". "Non è solo l'Italia a lamentarsi di questo approccio formalistico, ma tutti", secondo il Ministro.
Il numero uno del MEF ha comunque sottolineato che "noi
continuiamo a essere ottimisti di finire positivamente il 2023, però il contesto generale in Europa non è molto favorevole, oggettivamente", aggiungendo che "io l'ho detto già due mesi e lo ribadisco, è chiaro che se si ferma la Germania le conseguenze per la nostra industria sono inevitabili".
Sulla
riforma del Patto di Stabilità e Crescita - ha detto durante l'intervento - "si sta giocando una
partita fondamentale perché riguarderà i prossimi decenni. Ci sono posizioni diverse, la Germania ha la sua posizione, la Francia ne ha altre e l'Italia altre ancora. Quando questo negoziato si chiuderà con un compromesso che dovrà essere un compromesso di soddisfazione".
"La stabilità e la crescita hanno una sintesi nel concetto di sostenibilità - ha affermato Giorgetti - In Europa ci sono posizioni diverse e siamo d'accordo che bisogna
ridurre il debito sul PIL. Ma se
non riusciamo a garantire la crescita questo non è possibile".
Il Ministro ha toccato anche il tema della politica monetaria dell'eurozona. La lotta all'inflazione intrapresa dalla BCE attraverso il
rialzo dei tassi d'interesse, farà pagare un
prezzo "non banale" in termini di crescita sia per l'Italia che per la Germania. "Le politica monetaria e quella fiscale devono essere dosate con attenzione - ha detto - Se per battere l'inflazione devo indurre la recessione attraverso la politica monetaria, allora temo che in questa guerra, a cominciare dalla Germania ma poi anche all'Italia, pagheremo un prezzo non banale in termini di potenziale di crescita".