(Teleborsa) - "Si evidenzia che il
Piano Industriale 2023-25, presentato al mercato il 15 febbraio 2023, risulta
più ambizioso e sfidante rispetto al precedente Piano Industriale 2022-24, anch'esso approvato all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione". Lo afferma
TIM, riesponendo a una
domanda dell'azionista Vivendi sulla politica di remunerazione in vista dell'assemblea del 19 aprile, che si terrà in modalità chiusa.
Viene evidenziato che la
politica di remunerazione 2023 "supporta il raggiungimento degli indirizzi definiti nel Piano Industriale 2023-2025 della società promuovendo, attraverso il bilanciamento e la selezione dei parametri di performance dei sistemi di incentivazione di breve e di lungo termine, l'allineamento degli interessi del management agli obiettivi di creazione di valore per gli azionisti e di successo sostenibile dell'impresa in una prospettiva di medio-lungo periodo".
A domanda di Vivendi su quali sono le
competenze che il Consiglio ritiene di aver bisogno alla luce dell'attuale piano strategico e della potenziale dismissione di NetCo, è stato risposto: "Il Consiglio di Amministrazione, in occasione della cooptazione dei Consiglieri Giulio Gallazzi e Massimo Sarmi, ha esaminato le proposte formulate dal Comitato per le nomine e la remunerazione tenendo conto del Parere di orientamento, definito nel 2021 dal Consiglio di Amministrazione, sulla composizione qualiquantitativa ottimale, della skill matrix dei Consiglieri e delle risultanze della board evaluation 2021. Il Consiglio,
non avendo ritenuto di sottoporre proprie candidature all'assemblea per la sostituzione di A. de Puyfontaine, non ha formulato specifiche indicazioni".
Nelle risposte ad altri soci emerge che "non vi è allo stato attuale
nessun processo di vendita di TIM Brasil" e che la controllata brasiliana "concorre al finanziamento delle proprie attività con la propria generazione di cassa e il ricorso a finanziamenti". In particolare, per il periodo 2023-2025 sono previsti circa 13 miliardi di Reais di investimenti.
A una domanda sul tipo di interessi che ha Cassa Depositi e Prestiti nel Gruppo Tim e al fatto che il suo ruolo potrebbe spingere l'Antitrust a impedire operazioni in materia di Rete, TIM replica: "Posto che la valutazione nel merito di eventuali operazioni in materia di Rete dipenderà dall'assetto dell'operazione stessa,
non si ritiene che il ruolo attuale di Cassa Depositi e Prestiti in TIM (partecipazione di minoranza senza diritti di governance)
possa creare un ostacolo ad operazioni in materia di Rete. Naturalmente nel caso di acquisizione di controllo di NetCo da parte di CDPE/Macquarie, la Commissione valuterà l’impatto del nuovo assetto (l'attuale partecipazione di minoranza sarebbe superata)".