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Manuela Franchi (doValue): ritorno dei fondi di investimento tradizionali

Principali temi dell’intervento del CEO di doValue a "Ifis Npl meeting"

Finanza
Manuela Franchi (doValue): ritorno dei fondi di investimento tradizionali
(Teleborsa) - "Il mercato del servicing del credito sta attraversando un'evoluzione importante. Sebbene il mercato primario degli NPL sia più limitato, c'è ancora una crescita significativa nel segmento degli UTP e un'espansione nei creditiearly arrears e Stage 2. Quello che fino a qualche anno fa sembrava improbabile per questa tipologia di crediti - ovvero la gestione tramite outsourcing - è oggi una realtà per gli UTP e diventerà tale anche per altri segmenti. I servicer specializzati stanno dimostrando di offrire performance superiori, grazie ad investimenti costanti in tecnologia strategica per l’attività di gestione dei crediti". Lo ha detto Manuela Franchi, CEO di doValue, durante il "Market Watch Npl" elaborato dall'Ufficio Studi di Banca Ifis, presentato oggi a Villa Erba, a Cernobbio, in occasione della tredicesima edizione del Npl Meeting, l'annuale appuntamento dedicato all'industria del credito deteriorato intitolato, quest'anno, "Step Forward".

"I servicer, come doValue, sono in grado di investire molto in tecnologia dedicata esclusivamente all’attività di gestionedei crediti. Le banche, d'altro canto, si concentrano principalmente sulle attività diorigination, gestione del rischio, balance sheet e valorizzazione della relazione con il cliente. Questa differenza, ha spiegato Franchi, ci permette di offrire soluzioni altamente specializzate ed efficienti nella gestione dei crediti."

"Vediamo uno sviluppo continuo del mercato secondario, specialmente in Grecia e Cipro, con i primi segnali anche in Spagna e Italia. Si tratta di una naturale evoluzione delle dinamiche di mercato, che apre nuove opportunità per gli operatori del settore, tra cui doValue, per capitalizzare le sinergie e le competenze acquisite", ha detto ancora la top manager.

E, in merito all'acquisizione di Gardant, ha affermato: "Abbiamo fatto una scelta industriale strategica, rafforzando la nostra posizione in Italia dopo aver stabilito la nostra leadership in Grecia e Cipro. Questo ci permette di ampliare i nostri rapporti sia con le banche sia con gli investitori, aumentare le sinergie e realizzare maggiori investimenti per espandere e diversificare il nostro modello di business, con un focus sui servizi a valore aggiunto".

"Da sempre crediamo nel modello di pure servicing, perché vogliamo evitare di competere con i nostri azionisti e clienti investitori. Il nostro obiettivo è fornire a tutti loro le migliori condizioni di gestione del credito, e oggi molti operatori si stanno orientando verso un modello di pure servicing o pure buy, confermando la validità del nostro approccio."

"Stiamo assistendo a un ritorno in forze dei fondi di investimento tradizionali, mentre gli operatori marginali o opportunistici stanno progressivamente uscendo dal mercato. Questa dinamica sta portando a una maggiore polarizzazione tra chi si concentra sull'acquisto e chi sulla gestione dei portafogli, rafforzando la distinzione di competenze all'interno del settore e validando ancora di più il modello di business pure servicing abbracciato da doValue fin dall’inizio."

"L'obiettivo principale della Direttiva SMD, secondo la CEO di doValue, è creare un quadro regolamentare uniforme che favorisca lo sviluppo di un mercato secondario europeo degli NPL, includendo capitali non vigilati. Attraverso la liberalizzazione delle cessioni dei crediti e l’introduzione della figura del servicer regolamentato, si mira a garantire una maggiore tutela per gli acquirenti meno esperti, ampliando la gamma di fornitori di servizi qualificati per la gestione degli NPL."

"Il recepimento della Direttiva SMD in Italia potrebbe però comportare delle contraddizioni rispetto allo spirito originale della norma. La normativa arriva in un mercato italiano già molto competitivo e regolamentato, con volumi di crediti deteriorati in riduzione e una crescente specializzazione tra i servicer. Anche se la liberalizzazione delle cessioni di NPL può attrarre nuovi investimenti, i costi di adeguamento per i servicer aumenteranno inevitabilmente, in quanto la nuova figura del servicer regolamentato sarà sottoposta a normative simili a quelle delle banche, tranne che per la vigilanza patrimoniale."

"Nonostante la liberalizzazione, la nuova normativa potrebbe non portare a un'ondata di nuovi investitori o servicer, poiché la crescente regolamentazione comporterà un aumento dei costi strutturali e una selezione naturale tra gli attuali player. Tuttavia, si tratta di un passo importante per garantire la presenza di operatori qualificati, vigilati e specializzati, che rappresentano un fattore chiave per mantenere la competitività nel mercato."

"L’Italia ha adottato un approccio restrittivo applicando la nuova normativa solo agli NPL, escludendo UTP e sofferenze gestite attraverso cartolarizzazioni multi tranche. Questa asimmetria crea delle differenze nella gestione dei vari tipi di credito deteriorato e potrebbe avere impatti sull'equilibrio del mercato."

"Per gruppi come doValue, già dotati di un master servicer ex 106 TUB e di uno special servicer con licenza 115 Tulps, l'attuazione della Direttiva SMD non avrà impatti significativi. Il nuovo regolamento si applica solo agli NPL di origine finanziaria, escludendo crediti commerciali e cartolarizzazioni, che continueranno ad essere gestite come ora. Il nostro special servicer 115 Tulps continuerà a operare come outsourcer per i nuovi servicer regolamentati 114 TUB e gli intermediari 106 TUB, mantenendo il ruolo fondamentale nel processo di recupero dei crediti deteriorati."

Considerazioni sul passporting della licenza in Europa
"Il tema del passporting della licenza servicer in Europa potrebbe essere interessante per operatori attivi solo in Italia. Per doValue, ha detto Franchi, questo aspetto è già stato affrontato, con il completamento del processo di relicensing per le nostre controllate in Grecia e Cipro. In Spagna, siamo in attesa della regolamentazione secondaria. L'eventuale richiesta della licenza per il mercato italiano potrebbe essere valutata attraverso doNext, con un notevole risparmio di costi, dato che il nostro master servicer 106 TUB è già vigilato dalla Banca d’Italia."

"I nostri clienti investitori e azionisti hanno operato in questo mercato a ondate. In alcune fasi, hanno trovato il mercato molto interessante, mentre in altre hanno dovuto fare i conti con la presenza di operatori minori, le cui aspettative di ritorno erano molto inferiori rispetto agli standard del mercato dei fondi di private equity. Oggi, nonostante i volumi ridotti, questi investitori stanno osservando con attenzione le opportunità offerte dal mercato."

Focus su massimizzazione e diversificazione
"In Italia, gestiamo attualmente un volume di 70 miliardi di crediti, a cui si aggiungono ulteriori 25 miliardi con l’acquisizione di Gardant. Il nostro obiettivo iniziale sarà focalizzarci sulla massimizzazione dei recuperi dai portafogli in gestione e sulla realizzazione delle sinergie previste dal piano industriale. Allo stesso tempo, continueremo a diversificare la tipologia dei crediti gestiti e i servizi offerti, al fine di ampliare la nostra proposta di valore."

Vantaggi della diversificazione geografica
"La nostra diversificazione in diversi mercati europei, come Grecia, Cipro, e presto Spagna, ci consente di bilanciare la variabilità dei trend del mercato italiano. Questa strategia, ha concluso Franchi, ci offre stabilità e ci permette di cogliere nuove opportunità di crescita anche in contesti economici diversi".
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