(Teleborsa) - "La scelta di legare l'attuazione dell'autonomia differenziata alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni è un passaggio di grande rilevanza. I Lep rappresentano infatti un elemento essenziale per l'applicazione dei principi dell'articolo 119 della Costituzione". È quanto afferma il
consigliere dell'Ufficio parlamentare di bilancio Giampaolo Arachi, nel corso di un'
audizione sull'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario in commissione Affari costituzionali del Senato. "Occorre tuttavia osservare –sottolinea Arachi – che la determinazione dei Lep relativamente alle funzioni oggi svolte dallo Stato avrà una valenza e degli esiti molto differenti da quelli che si verificherebbero qualora i Lep fossero definiti anche sulle funzioni già oggi svolte dagli Enti territoriali. I livelli dei servizi di questi ultimi sono infatti caratterizzati da una forte eterogeneità che riflette non solo la differenziazione dei bisogni sul territorio ma anche profonde disparità nelle dotazioni finanziarie derivanti dal sovrapporsi nel corso del tempo di interventi di finanziamento non coordinati. La determinazione dei Lep in questo caso farebbe con ogni probabilità emergere significative discrepanze fra i fabbisogni standard e la spesa storica, che andrebbero colmate da interventi perequativi". "
"Al contrario, – ha proseguito il Consigliere – la fornitura dei servizi statali segue tendenzialmente criteri uniformi sul territorio. Quindi, a meno che nella fase di determinazione dei Lep si rivalutino questi criteri o si facciano rientrare nei Lep prestazioni oggi non esplicitamente garantite dallo Stato, è plausibile attendersi che i
fabbisogni standard non si discosteranno significativamente dalla spesa attualmente realizzata dallo Stato in ogni Regione. Pertanto è improbabile che dal passaggio dalla spesa storica statale ai fabbisogni standard possano emergere correzioni rilevanti nel livello delle risorse e nella loro distribuzione tra vari territori".
Nell'impianto sostanzialmente "condivisibile" del
ddl sull'autonomia differenziata – afferma
Arachi – "un aspetto meno solido e meno soddisfacente riguarda i presìdi necessari per assicurare che i livelli essenziali delle prestazioni siano effettivamente raggiunti su tutto il territorio nazionale. La garanzia delle risorse necessarie per le funzioni attribuite alle Regioni ad autonomia differenziata dovrà essere accompagnata da opportuni presìdi per assicurare che i Lep siano effettivamente raggiunti su tutto il territorio nazionale. L'articolo 7 del disegno di legge contempla verifiche facoltative e asimmetriche in quando riguardano il raggiungimento dei Lep nelle Rad e non nel resto del territorio nazionale dove la fornitura continua a essere statale. Data la rilevanza costituzionale della garanzia dei Lep, le verifiche andrebbero più opportunamente previste nell'ambito di una procedura periodica e simmetrica che copra sia i servizi resi dalle Rad sia quelli forniti dallo Stato. Al monitoraggio periodico e con regole uniformi fra le Rad andrebbe poi collegata l'attivazione dei poteri sostitutivi dello Stato in caso di inadempienza, in analogia a quanto previsto in campo sanitario con riferimento ai Lea".
Il
disegno di legge sull'autonomia differenziata – per Arachi – non risolve le incertezze sulla possibile dinamica delle risorse regionali negli anni successivi all'approvazione dell'intesa. Una più precisa definizione del modello di finanziamento verso cui orientare il sistema – spiega – dovrebbe essere accompagnata da adeguati presidi per garantire il coordinamento della finanza pubblica tra i diversi livelli di governo. Occorrerà innanzitutto assicurare una piena condivisione degli obiettivi programmatici, l'uniformità nelle metodologie per la revisione dei fabbisogni e meccanismi per assicurare il contributo delle Rad (Regioni ad autonomia differenziata) in caso di esigenze eccezionali di finanza pubblica".