(Teleborsa) -
Il mercato dell'auto italiano continua a correre ma non tira più di tanto l'elettrico. Secondo i dati pubblicati dal Ministero delle infrastrutture, nel mese di
maggio, sono state immatricolate
149.411 autovetture, in aumento del 23,13% rispetto alle 121.349 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente.
Marce alte anche per il mercato dell'usato, con 448.397 trasferimenti di proprietà, in
aumento dell'11,03% rispetto ai 403.870 passaggi registrati a maggio 2022. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 597.808 unità, ha dunque interessato per il 24,99% vetture nuove e per il 75,01% vetture usate.
Nei primi cinque mesi dell'anno risultano
immatricolate oltre 702mila auto, in aumento del 26% rispetto alle 557mioa dello scorso anno, mentre il mercato dell'
usato fa segnare in cinque mesi un
+7,5% con oltre 21 milioni di passaggi di di proprietà.
Nella top ten di maggio la
Fiat Panda che si aggiudica il podio con 7.811 auto vendute, seguita da
Dacia Sandero con 5.248 auto e
Lancia Ypsilon con 4.701 unità.
Complessivamente, il
Gruppo Stellantis, che include anche la Peugeot, ha immatricolato 48.997 vetture con una
crescita del 3,1% ed una quota di mercato pari al 33,1% (39,2% dello stesso mese del 2022). Nei primi cinque mesi le vendite di Stellantis sono cresciute del 14,4% e la quota di mercato è calata al 33,7% dal 37% del pari periodo 2022.
Fra i principali competitor la
Volkswagen ha venduto poco più di 11mila auto a maggio, sostanzialmente
invariato su maggio 2022, mentre nei 5 mesi fa segnare un robusto +30%. La
Renault ha registrato u incremento delle vendite del
3,5% su mese e del 46% sui 5 mesi.
Più modeste le performance dell'elettrico. A maggio, rimane sottotono il mercato delle auto ECV, con le BEV che fanno segnate un 4,1% del totale e le plug-in un 4,7%, portando
all'8,8% la quota complessiva delle ECV vendute a maggio rispetto al 7,9% di aprile.
"Il lento cammino dell’elettrico ritarda il processo di decarbonizzazione, che invece richiederebbe interventi su più fronti, a partire da quello fiscale", afferma una nota di commento dell'
UNRAE, segnalando che occorrerebbe rivedere l’imposizione sulle auto aziendali in uso promiscuo "che giocano un ruolo centrale nella diffusione della mobilità a zero emissioni" e "recuperare i ritardi accumulati sul fronte delle infrastrutture di ricarica"
Per i prossimi mesi
non si vede una ripresa sconvolgente che consenta di riportare il mercato sui livelli pre-pandemici. Secondo il
Centro Studi Promotor il 2023 potrebbe chiudere con
1.660.361 immatricolazioni e quindi su un livello
ancora lontano (-13%) da quello del 2019 (1.916.051), anche se migliore di quelli degli ultimi tre anni.