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Innovazione e imprenditorialità nel mondo della musica: il Tour Music Fest

Intervista a Gianluca Musso, direttore e fondatore del Tour Music Fest

Cultura, Economia
Innovazione e imprenditorialità nel mondo della musica: il Tour Music Fest
(Teleborsa) - L’imprenditoria musicale è un settore molto complesso. Non solo dal punto di vista pratico, ma proprio in considerazione del mercato in cui si muove. La crisi dell’arte degli ultimi anni ha colpito anche questo specifico settore e per avere fortuna bisogna realmente credere in un progetto musicale, svilupparlo, investire tempo e denaro. Per capirne di più abbiamo chiesto a Gianluca Musso di parlarci della sua esperienza. Gianluca Musso è un imprenditore musicale, direttore e fondatore del Tour Music Fest, un festival che da 17 anni supporta gli artisti e le band emergenti sulla scena nazionale e internazionale con l’obiettivo di aggiungere valore artistico e culturale alla musica del futuro. Negli anni Gianluca Musso ha ascoltato oltre 60 mila artisti emergenti, dando in questo modo una possibilità a ciascuno di loro. Il Tour Music Fest è oggi un punto di riferimento della musica emergente e nel passato è stato il trampolino di lancio di artisti del calibro di Ermal Meta, Mahmood, Federica Carta e Ariete. Costruire una realtà solida come il Tour Music Fest, però, specialmente se si parte da zero, è una sfida che richiede tempo, impegno e passione. Abbiamo chiesto, quindi, a Gianluca Musso di raccontarci la sua storia in modo tale che possa essere un esempio virtuoso di imprenditoria musicale da cui imparare.

Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’imprenditoria musicale? Qual è la storia dietro a Euro Music Network e al Tour Music Fest, la storia di Gianluca Musso come imprenditore?

A 23 anni, il mio sogno era quello di affermarmi come artista. La mia esperienza spaziava tra teatro, musical e televisione e partecipavo attivamente a numerosi casting e concorsi. Tuttavia, mi sono rapidamente reso conto di un'insoddisfacente realtà: c'era una diffusa mancanza di rispetto per gli aspiranti artisti e il mondo dei concorsi musicali era spesso oscurato da figure dubbie, autoproclamatesi esperti dell'industria discografica, che sfruttavano i sogni degli artisti con promesse illusorie in cambio di denaro. Inoltre, questi concorsi si focalizzavano esclusivamente sul vincitore, lasciando gli altri partecipanti senza alcun feedback o spiegazione per la loro esclusione.

Questa esperienza mi ha fatto riflettere profondamente sul potenziale inespresso e sulle opportunità mancate per tanti talenti. Da qui è nata la mia visione: creare un contest musicale forgiato e pensato per gli artisti, da un artista. La mia ambizione era quella di sviluppare un evento che andasse oltre la semplice competizione, puntando a offrire un'esperienza formativa completa, che potesse essere divertente, istruttiva e soprattutto utile per ogni partecipante, indipendentemente dall'esito del concorso. Il Tour Music Fest è stato concepito con l'obiettivo di valorizzare ogni artista che vi partecipa, fornendo un terreno fertile per crescere, imparare e, soprattutto, essere trattati con il rispetto e la considerazione che meritano

Oggi fare imprenditoria nel settore musicale, specialmente se nel settore emergenti, è sempre più una sfida. Qual è il segreto per creare una realtà solida come quella che hai creato tu in questo ambito?

Nel settore musicale, e soprattutto lavorando con artisti emergenti, la sfida è duplice: rimanere equi e innovativi. Come organizzatore di un concorso, mi considero un arbitro il cui compito primario è garantire equità e trasparenza in ogni decisione. Questo richiede un impegno costante per prendere decisioni leali e razionali, senza mai danneggiare nessuno.

Nel corso degli anni, ho imparato che il segreto per costruire una realtà solida è ascoltare attentamente e valutare i feedback degli artisti. Questi feedback, anche quelli più critici e sfidanti, sono stati fondamentali per affinare e adattare il nostro approccio in base alle esigenze in continua evoluzione degli artisti. Questo implica una continua evoluzione del progetto, introducendo nuove iniziative e plus per gli artisti, incrementando lo scambio culturale e mantenendo il progetto sempre fresco e rilevante.

Il mondo musicale cambia rapidamente, e per rimanere pertinenti e utili agli artisti emergenti, è essenziale non solo aggiornare ma anche migliorare costantemente. Questo significa che non c'è mai una 'conclusione' per il nostro progetto; ogni anno è un'opportunità per rilanciarlo e rinnovarlo. Potrebbe essere più semplice ripetere le stesse formule anno dopo anno, ma credo fermamente che la chiave del successo risieda nell'essere sempre un passo avanti, ascoltando e rispondendo attivamente alle esigenze degli artisti e del settore.

C’è stato un momento in cui hai realizzato che il progetto stava funzionando per davvero? Quale?

Fin dalla prima edizione del TMF, fummo piacevolmente sorpresi dal numero di iscrizioni ricevute, un numero che per noi, all'epoca, era davvero sbalorditivo. Quell'immediato interesse fu il primo segnale che stavamo andando nella direzione giusta, ma anche che c'era molto spazio per migliorare. Ci siamo dedicati a questo miglioramento continuo, e, escludendo il periodo difficile del 2020 a causa della pandemia, abbiamo visto un incremento costante nelle iscrizioni ogni anno.

Ma il vero momento di svolta per me è stato nel 2018, quando abbiamo deciso di espandere il progetto includendo anche partecipanti da altre nazioni europee. Fu un passo audace, ma che ha ripagato, dimostrando che il nostro concetto non solo funzionava bene in Italia, ma aveva un richiamo e una risonanza altrettanto forti in paesi come l'Inghilterra, la Spagna, la Germania e tanti altri. Questa espansione ha confermato che il TMF non era solo una competizione musicale, ma un fenomeno culturale capace di unire artisti e appassionati di musica da diverse nazioni, creando una comunità musicale davvero internazionale. È stato un momento di grande soddisfazione e un potente promemoria dell'impatto e della rilevanza del nostro lavoro.

Sfide e difficoltà, ma anche tanti traguardi e soddisfazioni. Quali pensi che sia stato il più grande risultato degli ultimi 17 anni di Tour Music Fest?

Negli ultimi 17 anni, il Tour Music Fest ha segnato la carriera di artisti eccezionali come Mahmood, Ermal Meta e Federica Carta, che hanno iniziato qui e hanno poi raggiunto un successo straordinario. Sono immensamente orgoglioso di aver contribuito, anche in piccola parte, al loro viaggio artistico. Tuttavia, penso che il vero traguardo del TMF sia rappresentato dai più di 120.000 artisti che abbiamo accolto e supportato. Questa cifra non è solo un numero; rappresenta una moltitudine di sogni, aspirazioni e potenziali realizzati.

Ogni singolo artista che passa dal TMF riceve non solo una piattaforma per esibirsi ma anche orientamento e formazione musicale. Il fatto che possiamo contribuire in qualche modo alla realizzazione professionale e artistica di questi talenti è ciò che veramente ci riempie di gioia e ci spinge a continuare. Il nostro successo non si misura solo dai nomi noti che emergono dal festival, ma anche dal vasto impatto che abbiamo sullo sviluppo e l'affermazione di artisti emergenti, dando loro gli strumenti e le opportunità per esprimere al meglio il loro talento.

Ti aspettavi che il Tour Music Fest sarebbe diventato la realtà che conosciamo oggi?

Quando ho lanciato il TMF, ero completamente immerso nell'idea e nella sua realizzazione. Con un investimento iniziale di soli 500 euro, che mi permise di affittare un piccolo ufficio a Roma, ero pronto a dedicarmi anima e corpo a questo progetto. Lavoravo circa 18 ore al giorno, ma non lo sentivo come un peso; ero mosso da una passione e una convinzione profonde.

Ero sicuro che il TMF avrebbe avuto successo, ma, come in ogni impresa, ci sono stati momenti di dubbio e difficoltà. Questi momenti mi hanno ricordato l'importanza di rimanere fedele a me stesso e alla mia visione. Anche se inizialmente sapevo che il TMF aveva il potenziale per diventare qualcosa di grande, il suo sviluppo e il successo attuale hanno superato le mie aspettative più ottimistiche. Il percorso non è stato privo di ostacoli, ma ogni sfida ha contribuito a rafforzare il festival e la mia determinazione.

In definitiva, sapevo che avevamo qualcosa di speciale, ma il viaggio per arrivare a dove siamo oggi è stato sia un percorso di apprendimento che una conferma della mia iniziale fiducia nel progetto. E questo mi ricorda ogni giorno che, per raggiungere grandi obiettivi, bisogna non solo avere una visione chiara, ma anche la resilienza e la determinazione per perseguirla.

Quali sono le prospettive del Tour Music Fest? Coinvolgere sempre più artisti da più paesi del mondo?

Certo, le prospettive per il Tour Music Fest sono di continuare a crescere e a coinvolgere sempre più artisti da tutto il mondo. La nostra recente espansione in Europa ci ha fornito stimoli e idee nuove, dimostrando l'enorme potenziale di unire, attraverso la musica, realtà e culture diverse. Il nostro obiettivo è creare un dialogo e uno scambio culturale sempre più ampio, che inizialmente era limitato agli artisti della stessa nazione.

Per questo, nel prossimo anno prevediamo di essere presenti in 15 nazioni europee, un aumento significativo rispetto alle 9 di quest'anno. Ma le nostre ambizioni vanno oltre: dal 2025 inizieremo a compiere 'salti continentali', includendo nel contest paesi dell'Asia, dell'America Latina e l'Australia. Questo non sarà solo un'espansione geografica, ma anche un arricchimento culturale e artistico per il festival.

Crediamo che l'introduzione di queste nuove nazioni creerà opportunità uniche per gli artisti di sperimentare e imparare da realtà musicali diverse, fornendo loro una piattaforma globale per esibirsi e connettersi. Il nostro obiettivo è rendere il TMF una vetrina per il talento musicale emergente a livello mondiale, promuovendo la diversità e l'innovazione nell'industria musicale.


Hai visto passare davanti a te generazioni di artisti diverse, c’è qualcosa che accomuna i vincitori nel corso del tempo?

Nella mia esperienza, avendo avuto il privilegio di ascoltare e conoscere un vasto numero di artisti emergenti, ho osservato una grande varietà di percorsi artistici. Alcuni artisti di grande talento si sono bruciati alla prima sfida, mentre altri, forse meno dotati naturalmente ma con una grande determinazione, hanno raggiunto successi notevoli.

Un tratto distintivo che ho riscontrato nei vincitori, indipendentemente dal loro stile o background, è il loro approccio mentale. La voglia di fare, la capacità di crescere e il desiderio di migliorarsi sono stati sempre chiavi fondamentali per il successo. Ho notato che molti artisti che si distinguono sono quelli che non solo hanno talento, ma sono anche disposti a lavorare sodo, a imparare e a evolversi continuamente.

Inoltre, ho osservato che è cruciale per un artista conoscere se stesso e definire con chiarezza i propri obiettivi. Spesso, ciò che immaginano della carriera musicale non corrisponde alla realtà, quindi è essenziale avere una comprensione realistica del campo in cui stanno entrando. La resilienza, l'autoconsapevolezza e la flessibilità sono altrettanto importanti quanto il talento puro.

In conclusione, mentre i generi musicali e le tendenze possono cambiare, queste qualità fondamentali rimangono costanti e sono cruciali per chiunque aspiri a costruire una carriera di successo nel mondo della musica.
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