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Ex Ilva: Cigs per lavoratori Taranto fino a fine 2023

Calderone: "Il governo ha messo in protezione i dipendenti"

Economia
Ex Ilva: Cigs per lavoratori Taranto fino a fine 2023
(Teleborsa) - Circa 2.500 dipendenti Ex Ilva dello stabilimento di Taranto potranno contare sulla cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre 2023. Con un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri di giovedì 15 giugno il governo va, così, in soccorso di quella che oggi si chiama Acciaierie d'Italia. Il decreto, in seguito all'approvazione della norma sulle crisi aziendali, prevede ulteriori quaranta settimane di ammortizzatore sociale da fruire entro fine anno a favore delle aziende di interesse strategico nazionale con oltre 1.000 dipendenti che non siano riuscite a portare a termine nell'arco temporale i programmi previsti per complessi piani di riorganizzazione realizzati mediante particolari interventi di ristrutturazione aziendale e ingenti investimenti.



"Stante l'impossibilità ad arrivare ad un accordo tra azienda e sindacati per la proroga degli strumenti ordinari, il Governo ha voluto mettere in protezione i lavoratori e le loro famiglie con uno strumento straordinario in un momento in cui è importante che lo Stato sia vicino ad un territorio interessato da una complessa transizione", commenta il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.

"Così – ha affermato il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo – possiamo gestire la situazione senza creare problemi occupazionali".

Un intervento salutato favorevolmente dalla Fim Cisl che, tuttavia, continua a sottolineare la necessità di un accordo tra Acciaierie d'Italia e i sindacati

Nel frattempo, tra i progetti che rischiano di essere stralciati dal Pnrr, nell'ambito della revisione, c'è un investimento da un miliardo per la decarbonizzazione dell'ex Ilva. Il progetto sull'impianto di produzione del preridotto di ferro, affidato alla società pubblica Dri, rischia di non poter essere completato entro giugno 2026, e il suo finanziamento verrebbe spostato sul fondo di sviluppo e coesione, secondo quanto si apprende da fonti del ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica che confermano quanto riportato dal Sole 24 Ore. Le risorse da un miliardo nell'ambito del Pnrr così liberate, sarebbero impiegate su altri progetti.


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