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Salario minimo, Bankitalia: "Può innescare processo positivo"

L'intervento del vicedirettore generale della Banca d'Italia Piero Cipollone al sesto workshop Banca d'Italia-Cepr sulle politiche per il mercato del lavoro

Economia
Salario minimo, Bankitalia: "Può innescare processo positivo"
(Teleborsa) - "Le politiche di salario minimo possono contribuire a riequilibrare le rendite economiche in favore dei lavoratori e possono innescare un processo di riallocazione positivo, penalizzando le imprese che operano con inefficienze monopsonistiche". È quanto ha affermato il vicedirettore generale della Banca d'Italia Piero Cipollone nel suo intervento in apertura del sesto workshop Banca d'Italia-Cepr sulle politiche per il mercato del lavoro, citando le ricerche del Nobel David Card e del co-autore Alan Kruger. "Le istituzioni – ha proseguito Cipollone – svolgono un ruolo cruciale nel definire la redistribuzione ai lavoratori delle rendite economiche accumulate dalle imprese a causa del loro potere monopsonistico sul mercato del lavoro. Le imprese possono pagare salari bassi in misura inefficiente o esercitare il loro potere offrendo solo contratti temporanei e a breve termine. Le politiche che incoraggiano le aziende a offrire contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno possono fungere da presidio a tutela dei lavoratori. D'altra parte, nonostante l'effetto sull'aggregato occupazione non sia determinato ex ante, queste misure potrebbero portare a una diminuzione livelli occupazionali di alcune imprese".



"La forte crescita dell'occupazione, iniziata con la fine della pandemia, potrebbe arrivare presto alla fine a seguito del recente rallentamento dell'economia nell'eurozona – ha affermato il vice dg della Banca d'Italia –. Il ristabilimento del potere di acquisto dei salari dovrebbe essere legato al raggiungimento della crescita della produttività". Cipollone ha sottolineato come "nonostante la forte domanda di aumenti significativi dei salari, in alcuni paesi, specie quelli con un mercato del lavoro ridotto, la crescita generale delle retribuzioni è rimasta relativamente modesta e i salari reali sono ancora ben al di sotto dei livelli pre-pandemia".

"Le pressioni inflazionistiche, generate in gran parte dalla crescita dei prezzi delle materie prime e dei beni intermedi e dagli shock alle catene del valore globali, – ha sottolineato Cipollone – potrebbero aver raggiunto il loro picco negli ultimi mesi, ma la loro persistenza presenta rischi al rialzo".

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