(Teleborsa) - Vendite copiose a Piazza Affari su tutto il comparto bancario, protagonista in negativo, della seduta odierna sui mercati europei. A pesare sulle azioni degli istituti di credito ha contribuito l'approvazione della
tassa sugli extra profitti delle banche da parte del Governo italiano. La decisione ha fatto scattare una pioggia di vendite che hanno fatto bruciare alle banche oltre 9,5 miliardi di capitalizzazione, in una sola seduta.
Il listino milanese ha perso il 2,12% a 27.942 punti, bruciando 27,71 miliardi. Tra i player del settore,
BPER e
MPS hanno perso oltre 10 punti percentuali.
Fineco il 9,91%,
Banco BPM il 9,09%,
Intesa l'8,67%,
Mediolanum il 5,96% e
Unicredit il 5,94%. Più contenute le perdite di
Banca Generali (-3,14%),
Mediobanca (-2,48%) e
Banca Sistema (-1,55%): quest'ultima prevede un effetto "quasi nullo" della tassa.
La nuova tassa sugli extraprofitti delle banche introdotta con il "decreto asset" del governo
intacca la solidità patrimoniale delle banche. Lo affermano gli analisti di
Jefferies, secondo i quali "l'inattesa tassa sugli extraprofitti bancari, su cui il ministro dell'Economia aveva precedentemente gettato più volte acqua sul fuoco, ha un impatto di 60 punti base sul Cet1 del 2023 sulla media delle 10 banche analizzate". Si tratta, secondo gli esperti, di un
impatto "considerevole ma gestibile in un contesto di coefficienti patrimoniali elevati per il settore".
In particolare, si andrebbe da un impatto di 340 punti base, per Finecobank, pari al 3,4%, su un coefficiente patrimoniale Cet1 del 23%, ai 30 punti base per Mediobanca. Quanto a Intesa Sanpaolo e UniCredit, poi, "l'impatto è stimato tra i 50 e i 70 punti base sul margine di interesse totale e dipenderà anche dal perimetro geografico a cui il governo applicherà la tassa".