(Teleborsa) -
Continuano a ridursi le sofferenze delle banche: nel 2022 sono state chiuse (eliminate dai bilanci) posizioni per circa
22 miliardi, un valore pari a circa
4 volte il valore dei nuovi ingressi e superiore al 2021 in termini sia assoluti (17 miliardi), sia di
incidenza percentuale sulle sofferenze in essere alla fine dell'anno precedente (
64% contro il 42%). E' quanto emerge da un report di Bankitalia relativo ai tassi di recupero delle sofferenze bancarie.
L'incremento rispetto al 2021 - spiega l'Istituto - è da attribuire perlopiù alle
cessioni (passate da 14 a 18 miliardi), mentre l'ammontare delle
posizioni chiuse in via ordinaria (pagamento tardivo del debito) è rimasto sostanzialmente
stabile rispetto all'anno precedente (circa 4 miliardi).
Rispetto agli anni precedenti, il
ricorso alle cartolarizzazioni in rapporto al totale delle cessioni
è stato inferiore, anche in considerazione del fatto che dal 14 giugno del 2022 le GACS non sono più disponibili. Le GACS hanno assistito quasi tutte le principali operazioni di cartolarizzazione di sofferenze (5,4 miliardi, l'82% delle sofferenze cartolarizzate). Le inadempienze probabili cedute sono aumentate a 7 miliardi (5,7 miliardi nel 2021).
Tempi più veloci per lo smaltimento Prosegue il
miglioramento nei tempi di smaltimento in atto dal 2015, che beneficia sia della riduzione delle consistenze e dei bassi tassi di ingresso in sofferenza, sia dei progressi conseguiti dagli intermediari nella gestione di questi crediti.
La quota delle posizioni
chiuse entro un anno dalla classificazione a sofferenza è progressivamente aumentata (dal 38% per le posizioni entrate nel 2015 al
65% per quelle del 2021). I dati aggiornati mostrano inoltre che
l'85% delle posizioni viene chiuso entro tre anni dall'ingresso a sofferenza.
Tassi di recupero in crescitaRispetto al 2021 il
tasso di recupero medio è aumentato sia sulle posizioni cedute
(dal 29% al 32%), sia sulle posizioni chiuse in via ordinaria (dal 45% al 47%).
Il tasso medio di recupero delle
sofferenze assistite da garanzie reali è stato pari al 40%, in aumento rispetto al 2021 (38%) per effetto delle cessioni, il cui tasso di recupero è passato dal 34% al 38%.
Per le posizioni
non assistite da garanzie reali il tasso medio di recupero è stato
del 27%, in aumento rispetto all'anno precedente (25%) sia sulle sofferenze cedute (dal 22% al 24%), sia su quelle oggetto di procedure di recupero ordinarie (dal 35% al 42%).
Prezzi in aumento grazie alle garanzie realiIl
prezzo delle sofferenze cedute nel 2022, ricavato sulla base della rilevazione annuale condotta a partire dal 2016 su un campione molto ampio di operazioni, è stato
pari al 21% dell'esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, in lieve aumento rispetto al 20% del 2021.
L'incremento, come per il corrispondente tasso di recupero, è riconducibile sia alle
sofferenze assististe da garanzia reale, per le quali il prezzo è
salito al 32% (29% nel 2021), sia a quelle non assistite da garanzie reale, il cui prezzo è aumentato al 12% (11% nel 2021).
Il prezzo di
cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze è stato
pari al 34%, in riduzione di 6 punti percentuali rispetto al valore osservato nel 2021, riflettendo il minor peso della componente garantita.