(Teleborsa) - Dopo un iter piuttosto complesso,
la manovra è pronta a tagliare il traguardo: nel pomeriggio di oggi sono attese le dichiarazioni di voto e la votazione finale sulla Legge di Bilancio, già approvata dal
Senato, il 22 dicembre scorso.
109 articoli per un valore di 28 miliardi, circa la metà impegnati su
cuneo fiscale e nuova Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3.
Nel dettaglio, il taglio del cuneo in vigore da luglio, prevede un taglio di 6 punti sui redditi fino a 35mila euro e 7 punti per quelli fino a 25 mila, ma esclude le tredicesime e, per ora, è finanziata solo per il 2024. La nuova Irpef riduce gli scaglioni da 4 a 3 , applicando l'aliquota del 23% ai redditi fino a 28mila euro. Per il Tesoro, l'effetto non combinato del taglio del cuneo e della nuova Irpef sulla categoria più popolosa dei lavoratori dipendenti avrà un impatto positivo d
i 1.298 euro annui.
Intanto, in extremis, via libera del Consiglio dei ministri
a un decreto ad hoc con il nuovo intervento sul Superbonus che in sostanza non scontenta nessuno: niente proroga, sulla quale il Mef aveva da subito fatto muro, ma la possibilità per i redditi sotto i 15mila euro, di mantenere nei fatti l'agevolazione per intero attraverso un fondo per la povertà.
Esulta Forza Italia che ha fatto di questo tema una propria bandiera. "L'intesa è frutto della nostra determinazione", è il commento che arriva da molti deputati e senatori azzurri dopo il via libera al decreto che tra l'altro mette al riparo da penali chi non completerà tutti i lavori entro il 2023. Dal canto suo, il Tesoro può comunque rivendicare lo stop nei fatti a partire dal prossimo anno alla misura che Giorgetti ha più volte definit
o "radioattiva" per il suo portato sul debito pubblico.