(Teleborsa) - La presidente della Commissione europea,
Ursula von der Leyen, ha affermato che “la
Cina ha ormai voltato pagina rispetto all'era di riforme e apertura e si sta muovendo verso una nuova era di
sicurezza e
controllo”. Questo nuovo approccio, secondo la presidente europea, deve portare l'Ue a cambiare il proprio approccio e la propria politica nei riguardi di
Pechino. Nel corso del suo intervento sulle reazioni fra l'Ue e la Cina a un evento organizzato a Bruxelles dal "
Mercator Institute for China Studies" e dallo "
European Policy Centre”, la presidente della Commissione ha sottolineato che l'Ue vuole "riequilibrare" e non tagliare le relazioni con la Cina, che è "un partner commerciale vitale", con una politica di "riduzione del rischio" a livello diplomatico ed economico. La prossima settimana von Der Leyen è attesa da un viaggio a Pechino insieme al presidente francese
Emmanuel Macron.Negli
scambi delle
merci, la Cina vale il 9% delle esportazioni dell'Ue e il 20% delle
importazioni, e nonostante il fatto che gli squilibri in questo rapporto stiano aumentando, "la maggior parte del nostro commercio in beni e servizi resta reciprocamente benefico e non comporta rischi". "Ma la nostra relazione - ha avvertito von der Leyen - è sbilanciata e subisce un impatto crescente dalle distorsioni create dal capitalismo di Stato cinese".
Il "cambiamento d'era" da parte della Cina, ha sottolineato la presidente della Commissione "lo abbiamo visto all'inizio di questo mese, quando il
presidente Xi Jinping ha ribadito il suo impegno a fare dell'esercito cinese un grande muro d'acciaio che salvaguardi efficacemente la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo. Lo abbiamo visto con la
Global Security Initiative, che cerca di incorporare più ampiamente nei documenti delle Nazioni Unite e nel discorso internazionale".
Insomma, ha continuato von der Leyen, "possiamo aspettarci di vedere una maggiore attenzione alla
sicurezza, sia essa militare, tecnologica o economica" da parte della Cina, dove, ad esempio, "tutte le aziende sono già obbligate per legge ad assistere le
operazioni statali di raccolta di informazioni e a mantenerle segrete".
Per l'Unione europea, ha proseguito, "è particolarmente vero quando si tratta di
materie prime critiche come il
litio o il
cobalto, per settori come l'alta velocità ferroviaria e la tecnologia delle
energie rinnovabili, o per le tecnologie emergenti che fondamentali per la futura sicurezza economica e nazionale, come l'informatica quantistica, la robotica o l'intelligenza artificiale". Per la Cina, oggi, ha ribadito von der Leyen, "l'imperativo della sicurezza e del controllo prevale sulla logica del libero mercato e del commercio aperto”.