(Teleborsa) -
FILA, quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella vendita di articoli per le arti visive e plastiche, la creatività e il disegno, ha registrato
ricavi normalizzati pari a 595 milioni di euro nei
primi nove mesi del 2022, +19,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+12,3% a cambi costanti). In significativa crescita l'Asia +88,1% e il Centro e Sud America +74,1%, grazie al forte progresso, in particolare del segmento School & Office, in India e Messico, sostanzialmente flat sui 9M 2021 Europa e Nord America.
L'
EBITDA normalizzato è stato pari a 95,5 milioni di euro, +5% (+0,7% a cambi costanti) rispetto ai primi nove mesi del 2021,
marginalità nei 9M 2022 al 16,1% (18,3% nei 9M 2021). L'incremento dei listini di vendita e l'attenzione nella gestione dei costi di G&A hanno parzialmente compensato l'effetto inflazionistico delle materie prime e dei trasporti e la crescita dei costi del personale, in particolare negli Stati Uniti, in India e Messico a supporto della crescita del fatturato. L'
utile netto normalizzato è stato pari a 43 milioni di euro, in crescita del 5,9%.
"Chiudiamo un'ottima novestrale, tenuto conto delle grandi difficoltà macroeconomiche - ha commentato il
CEO Massimo Candela - Il business della Scuola, come nelle previsioni, ha sostanzialmente tenuto sia nella top line che nella marginalità, mentre si è finalmente esaurito nel business Fine Art il fenomeno di destoccaggio dovuto alla bolla del periodo di COVID e
ci aspettiamo un ritorno a una crescita organica in tutti i mercati di riferimento".
"Il management ritiene che, sebbene oggi l'inflazione abbia cominciato a flettere, questo sia comunque un fenomeno strutturale che caratterizzerà i prossimi anni e perciò il gruppo ha cominciato a
focalizzare l'attenzione più sulla riduzione del working capital e sull'efficientamento che sulla crescita del business tout court - ha aggiunto - L'andamento dell’ultimo trimestre dell'anno non presenta elementi di rilievo rispetto alle attese".
L'
Indebitamento Finanziario Netto al 30 Settembre 2022 è pari a 413,9 milioni di euro (escluso l’effetto IFRS 16 pari a 97 milioni di euro) rispetto ai 340,1 milioni di euro al 31 Dicembre 2021 (escluso l'effetto IFRS 16 pari a 87,3 milioni di euro e l'effetto negativo del Mark to Market Interest Hedging pari a 9,9 milioni di euro).