(Teleborsa) - "Siamo sulla strada giusta, non credo che fosse facile soltanto immaginarla". È quanto ha affermato
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, commentando il
via libera al prestito ponte per l'ex Ilva da parte della Commissione europea di 320 milioni di euro. "Oggi – ha detto Urso – abbiamo avuto una notizia importante e significativa che ci conforta sul fatto che siamo sulla strada giusta perché la Commissione ha dato il via libera al prestito ponte. Quindi, nel contempo ha confermato che il piano industriale di rilancio dei commissari dell'ex Ilva è tale da consentire la restituzione del prestito ponte nei tempi dovuti con un tasso di interesse piuttosto significativo, il che vuol dire che anche in quello che è sicuramente l'impianto più sfidante, la principale centrale siderurgica del nostro paese, e dell'Europa, siamo sulla strada giusta. Non credo che fosse facile soltanto immaginarla".
Soddisfazione da parte dei sindacati che ora chiedono la convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi. "Riteniamo positiva l'approvazione da parte della commissione europea del prestito ponte di 320 milioni ad Acciaierie d'Italia in AS. Ora ci sono le condizioni per la convocazione del tavolo a Palazzo Chigi, che abbiamo richiesto da settimane, per riprendere la discussione con il governo sulle prospettive dell'ex Ilva, sul piano industriale e di ripartenza, sulle ulteriori risorse da mettere a disposizione dei commissari, sull'occupazione e sull'annunciato bando di gara – ha affermato il
leader della Uilm, Rocco Palombella –. I 320 milioni di euro, come abbiamo più volte ribadito, rappresentano una buona notizia ma non sono sufficienti per il rilancio della produzione, il riavvio degli impianti e il ritorno a lavoro di tutti i lavoratori non possiamo attendere un mese per l'incontro con il Governo, la situazione è drammatica con stabilimenti quasi fermi e migliaia di lavoratori senza certezze. Siamo fortemente contrari alla ripresa del confronto sulla cassa integrazione prima di un incontro chiarificatore a Palazzo Chigi sulle prospettive, sugli impegni del Governo e sul piano industriale. La richiesta di incontro è urgente e non procrastinabile, peraltro condivisa anche con le istituzioni locali, come nel caso di Novi Ligure, con il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il tempo scorre, la situazione dell'ex Ilva rischia di arrivare a un punto di non ritorno e noi non possiamo rimanere fermi. Il Governo ci convochi, vogliamo discutere di lavoro e futuro industriale e non solo di cassa integrazione".
"Bene l'approvazione da parte della Commissione europea del prestito ponte di 320 milioni nei confronti di Acciaierie d'Italia in AS, ma tali risorse non sono sufficienti in considerazione delle condizioni in cui si trovano gli stabilimenti ex Ilva. Tuttavia, da quando è stato annunciato il prestito ponte ad oggi, è passato troppo tempo. Ora occorre capire quando le risorse saranno nelle reali disponibilità dei commissari straordinari – ha dichiarato in una nota
Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil –. Gli impianti di tutti gli stabilimenti ex Ilva non possono continuare a restare fermi e sono necessari gli interventi per le manutenzioni ordinarie e straordinarie. E i lavoratori vivono nella incertezza sul loro futuro, il piano per la ripartenza lo dobbiamo ancora discutere e il Governo deve confrontarsi con le organizzazioni sindacali sui contenuti del bando di gara per l'ipotesi di vendita dell'azienda. Per questo è necessario che venga convocato quanto prima il tavolo a Palazzo Chigi come richiesto unitariamente da Fim, Fiom e Uilm".
"Occorre, prima di tutto, dare atto al governo e al ministro delle Imprese e made in Italy, Adolfo Urso, per l'impegno profuso per questa infinita e travagliata vertenza. Non c'è tempo da perdere, bisogna andare avanti e cercare di dare una svolta definitiva alla situazione in cui versa il più grande siderurgico d'Europa – ha dichiarato il
segretario nazionale dell'Ugl metalmeccanici, Antonio Spera –. Proprio per la necessità assoluta di fare presto e bene - aggiunge - siamo disponibili a un confronto con il governo. Anzi, chiediamo di riprenderlo al più presto per affrontare le prospettive dell'ex Ilva".