(Teleborsa) - "Qui a REbuild abbiamo speso tanti anni a parlare di come la tecnologia avesse un impatto sulle costruzioni, sugli edifici e quindi come potessero queste tirar fuori delle informazioni che ci permettessero di costruirli meglio e mantenerli meglio". Lo ha dichiarato
Alberto Mattiello, Comitato Scientifico REbuild, durante la decima edizione dell'evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, che si è chiuso mercoledì 15 maggio a Riva del Garda.
"Oggi
l'AI generativa cambia invece il processo che avviene prima e dopo la costruzione. Quindi, tutta la fase di ideazione, di progettazione, di ottimizzazione dei progetti e tutta la fase di mantenimento successivo avrà un impatto molto grande derivato dal fatto che
avremo una possibilità completamente diversa di valutare opzioni, di accelerare i processi creativi, ma soprattutto di togliere tutta quella cattività che oggi sono molto a time consuming, portano via tantissimo tempo agli studi e che le macchine possono fare molto meglio di noi", prosegue Mattiello.
In pochi mesi ci siamo abituati a parlare con il computer, adesso siamo in grado anche di disegnare insieme alle macchine? "Allora noi
parleremo con tutto. Quindi parleremo con la nostra casa, parleremo con l'aspirapolvere, parleremo con tutto nel senso che la tecnologia che sarà pervasiva darà a questi oggetti la possibilità di
poter interfacciarci con loro e quindi non dover guardare un'applicazione per recuperare un'informazione ma automaticamente
chiedere all'oggetto stesso che mi restituisca quello che mi serve sapere.
"In termini di progettazione
cambierà tantissimo il modo in cui la gente lavora con i software. Ecco se dovesse semplificarlo, dimentichiamo tutti i bottoni che abbiamo imparato a utilizzare in qualsiasi software utilizziamo: domani ci sarà una voce con la quale ci confronteremo e lì daremo tutte le indicazioni nel dettaglio, nel macro dettaglio. Poi attenzione non significa che tutto passerà da voce, tante volte vedere delle cose ti dà delle informazioni in modo molto più rapido, ma
l'interazione sicuramente sarà sempre più vocale".
Per quello che riguarda il design in un certo senso una tecnologia abilitante è quella della realtà virtuale e della realtà aumentata, quali sono le prospettive in questo senso? "
C'è stata un'evoluzione proprio dei device che abbiamo a disposizione. Sicuramente il device che ha
lanciato Apple pochi mesi fa è probabilmente la punta di diamante di questa nuova tecnologia. Poter utilizzare dei device sempre più leggeri, sempre più efficienti, di realtà aumentata, ti permette di confrontarti, anche a distanza, su dei dati tridimensionali, ti permette di fare coprogettazione, ti permette di lavorare insieme, fare esperienze di qualcosa, anche se le due persone si trovano veramente dalle due parti opposte del mondo.
"La tecnologia avanza molto velocemente ma soprattutto la resa, cioè poter avere un oggetto tridimensionale, digitale, ma inserito all'interno di uno spazio con la qualità visiva per cui
io lo percepisco come se questo sia effettivamente reale, effettivamente cambia sia il modo in cui io percepisco il progetto, ma soprattutto capisco come un processo
per esempio di costruzione sta funzionando o non funzionando", dichiara Mattiello.
Per quanto riguarda gli algoritmi generativi per le immagini, nell'ultimo periodo sono emersi diversi problemi legati alla gestione del copyright, abbiamo lo stesso rischio anche per quanto riguarda la progettazione e il design? "Ovviamente sì,
è ovvio che qualsiasi informazione che sia sensibile. Adesso mi immagino uno che progetta un edificio pubblico o un edificio sensibile per vari motivi e sono informazioni che devono restare private nel momento in cui non si ha coscienza di quello che si sta facendo e si rischia di utilizzare alcune di queste informazioni all'interno dei motori che poi sono di pubblico utilizzo,
c'è il rischio che il motore faccia esperienza di quelle informazioni e una volta che ne ha fatte esperienza è molto difficile riuscire a contenerla quindi chiunque altro in varie modalità potrebbe avere accesso a un'informazione stessa.
"Non è un archivio dove un'informazione viene appoggiata e un altro può andare a prenderla, ma fatta quell'esperienza quel tipo di ispirazione ovviamente può essere in quel caso condivisa. Quindi sì,
i rischi ci sono. Il tema importante è da un lato
non limitarsi nel testare le cose, quindi non usare questa come inerzia nel non provare tutte le nuove opportunità che questo mondo ci sta dando, dall'altra parte però
serve costruire una cultura dell'intelligenza artificiale per permettere a chiunque opera all'interno di uno studio, per esempio, di sapere
quali informazioni ha senso condividere quando in modo da evitare effettivamente che succedano cose problematiche", conclude Mattiello.