(Teleborsa) - In crescita a maggio e giugno l'
occupazione di lavoratori dipendenti ma a ritmi meno sostenuti che nei quattro mesi precedenti. Nella prima metà dell'anno sono stati creati
278mila posti di lavoro nel settore privato non agricolo (attivazioni nette di rapporti di lavoro dipendente), il 15% in più rispetto al primo semestre del 2022, e il 55% in più nel confronto con il secondo semestre. Sono alcuni dei dati contenuti nel Report della Banca d'Italia intitolato
"Il mercato del lavoro, dati e analisi" con l'
Anpal e il ministero del Lavoro. A maggio e giugno sono stati creati circa 75mila posti a fronte dei 100mila circa creati in ciascuno dei due bimestri precedenti.
Secondo il rapporto nei due mesi analizzati la crescita dell’occupazione dipendente si è indebolita anche nel
commercio, seppure meno intensamente, mentre è rimasta sostanzialmente stabile negli altri
servizi e nell’
industria in senso stretto. In quest’ultimo comparto è proseguita la ripresa dei
settori manifatturieri a maggiore intensità energetica, che hanno continuato a beneficiare del calo dei prezzi dell’energia. Nelle costruzioni l’occupazione è salita più che nei primi mesi del 2023.
Nel bimestre la crescita dell’occupazione dipendente è stata più contenuta sia nella
componente permanente (65.000 attivazioni nette, a fronte di 73.000 nel periodo marzo-aprile) sia, in misura maggiore, in quella
a termine (15.000 nuove posizioni, la metà rispetto ai due mesi precedenti). La minore espansione dei contratti a
tempo determinato ha risentito soprattutto dell’andamento del comparto turistico, dove questi rapporti di lavoro sono particolarmente diffusi. Sono inoltre diminuite le posizioni con contratto di
apprendistato. È di conseguenza aumentata l’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle attivazioni nette (all’88 per cento, dal 74 del bimestre precedente).
Nel complesso del
primo semestre del 2023, l’incremento dell’occupazione alle dipendenze è stato sospinto dalla creazione di posizioni lavorative permanenti, proseguendo una tendenza in atto dall’inizio del 2022. Alla
dinamica positiva del saldo hanno fornito un contributo crescente sia l’industria in senso stretto, dove i contratti a tempo indeterminato hanno rappresentato la totalità dei nuovi rapporti, sia il turismo, dove tuttavia la quota di posizioni permanenti sul totale è rimasta più contenuta (55 per cento tra gennaio e giugno). Dall’inizio del 2023 hanno ripreso a salire le posizioni a termine, dopo la
flessione della seconda metà del 2022.
Il rapporto ha inoltre rilevato che nel periodo maggio-giugno, l’occupazione è aumentata relativamente meno tra le
donne, penalizzate in misura maggiore dall’indebolimento del
commercio, e nel
Mezzogiorno, che ha risentito di più del rallentamento del
turismo. Nel mese di maggio alcuni territori di Emilia-Romagna, Marche e Toscana sono stati interessati da
alluvioni che hanno provocato ingenti danni alle colture e il conseguente rallentamento della creazione di posizioni di lavoro nel settore agricolo. Non sono invece emersi segnali di indebolimento nel complesso del settore privato non agricolo.