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Dati Istat, consumatori e imprese lanciano l'allarme sulla frenata dei consumi

Economia
Dati Istat, consumatori e imprese lanciano l'allarme sulla frenata dei consumi
(Teleborsa) - A giugno le vendite al dettaglio registrano un deciso crollo, causato dal caro-prezzi e dall’inflazione alle stelle. Lo afferma il Codacons, commentando i dati forniti oggi dall’Istat. “Su base mensile le vendite diminuiscono sia in valore che in volume, col picco del -2,5% per i beni non alimentari – afferma il presidente Carlo Rienzi – Su base annua il volume delle vendite alimentari registra addirittura una picchiata del -4,4%. Numeri su cui influisce l’emergenza prezzi in atto in Italia, che da un lato riduce gli acquisti da parte delle famiglie, dall’altro determina un aggravio di spesa: in sostanza oggi gli italiani spendono di più per acquistare meno”.

“Contro tale situazione il Governo deve intervenire con urgenza disponendo il taglio dell’Iva sui beni primari come gli alimentari, in modo da portare ad una immediata riduzione dei listini al dettaglio, determinare benefici economici per le famiglie e sostenere i consumi” – conclude Rienzi.

"Dati pessimi! Il caro vita, che ha colpito soprattutto il settore alimentare, ha costretto le famiglie a ridurre gli acquisti meno necessari, a cominciare, quindi, dai beni non alimentari. Ma anche il cibo risente del caro bollette e anche se le vendite salgono in valore, +0,4% su maggio 2022, scendono in volume, -0,8%. Insomma, gli italiani mangano meno!" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"Su base annua, invece, l'aumento delle vendite è solo un'illusione ottica! I dati, infatti, sono gonfiati dall'inflazione. Le vendite depurate dall'effetto dovuto alla dinamica dei prezzi, infatti, segnano una caduta, passando dal +1,4% di quelle in valore al -3,8% di quelle in volume. Per quelle alimentari si passa addirittura da +4,5% a -4,4%, con un salto addirittura di 8,9 punti percentuali" conclude Dona.

“Gli italiani sono in grave difficoltà economica e le famiglie riducono anche la spesa per il cibo – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – Rispetto al mese precedente il volume delle vendite alimentari è calato del -0,8%, mentre su base annua si registra un tracollo del -4,4%. Questo significa che i cittadini, per far fronte al rincaro dei prezzi e al caro-bollette, sono costretti a mangiare di meno e tagliare i consumi alimentari”. “Una situazione vergognosa per un paese civile, contro la quale è necessario intervenire abbattendo subito l’Iva sugli alimentari, in modo da calmierare i prezzi e permettere alle famiglie di mettere il cibo in tavola senza dissanguarsi” – conclude Truzzi.

"Si addensano le nubi sull’economia italiana – commenta i dati Istat l’Ufficio Studi di Confcommercio –. Dopo gli ottimi risultati conseguiti dall’inizio del 2021 fino ai primi mesi dell’anno in corso, si moltiplicano i segni negativi nei principali indicatori congiunturali. La stessa crescita del secondo trimestre del PIL è verosimilmente dovuta a un effetto trascinamento che sta scomparendo con l’inizio dell’estate. Il dato di oggi conferma che i consumi, nonostante la forte crescita dei servizi legati al turismo e alla socialità, sono in fase di rallentamento. La fiducia delle imprese è stata in calo a luglio, quella delle famiglie flette già da giugno. L’inflazione non dà tregua. Malgrado sostegni e aiuti stiano risultando molto efficaci, le probabilità di una brusca frenata dell’attività nei mesi finali dell’anno sono in decisa crescita. .

"Istat registra a luglio un calo sensibile della fiducia dei consumatori, che tocca un minimo che non si registrava da maggio 2020, in piena pandemia. Tra le voci che compongono l’indice di fiducia dei consumatori, tutte in calo, le diminuzioni più marcate sono quelle relative al clima economico e a quello futuro. È un dato – ha dichiarato Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione – che preoccupa in vista dei prossimi mesi: in autunno, per l’impatto congiunto di questo sentiment negativo e degli effetti dell’inflazione, potrebbe accentuarsi una contrazione dei consumi. Qualora le azioni messe in atto dai consumatori, per difendersi dall’impatto dell’aumento dei prezzi sui propri bilanci, riguardassero una maggiore ricerca di risparmio e convenienza a discapito della qualità dei prodotti, potrebbero essere significativamente penalizzate le filiere produttive italiane di eccellenza". "Rimane quindi fondamentale per i prossimi mesi difendere il potere d’acquisto delle famiglie – conclude Buttarelli –, a cominciare dai nuclei a reddito basso e con figli, per dare sostegno ai consumi e garantire, di conseguenza, stabilità all’economia del Paese".



(Foto: Alexas_Fotos da Pixabay )
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