(Teleborsa) - A
gennaio la
produzione industriale tedesca è cresciuta del 2% m/m (-1,6% a/a) dopo il calo di -1,5% m/m (rivisto da -2,4%) di dicembre. Il rimbalzo, spiegano gli economisti di
Intesa Sanpaolo, è
spiegato soprattutto dai settori che avevano frenato l'output a fine 2024 come il settore auto (+6,4% m/m) e l'assemblaggio e la manutenzione dei macchinari (+15,6% m/m). Anche l'attività nei comparti più energivori è tornata a crescere (+3,4% m/m) anche se rimane su livelli storicamente bassi.
La contrazione di dicembre era stata influenzata da alcuni fattori straordinari ed è possibile che anche problematiche stagionali, come è possibile sia stato anche il caso italiano, abbiano giocato un ruolo nell'accentuare la flessione, si legge nella ricerca firmata dall'economista Andrea Volpi. Il
rimbalzo di gennaio appare quindi più tecnico che altro ed è possibile che l'output industriale sia tornato a scendere a febbraio.
Secondo Intesa Sanpaolo, i
rischi sull'attività industriale ed economica nei prossimi mesi restano rivolti verso il basso e derivano principalmente dalla politica commerciale dell'amministrazione statunitense e la relativa incertezza. Riteniamo infatti che, al netto del possibile effetto favorevole sulla fiducia degli agenti economici, l'ingente stimolo fiscale annunciato da CDU/CSU e SPD inizierà a trasferirsi sull'economia tedesca non prima del 2026 e in maniera non lineare. Nel breve termine, infatti, l'aumento della spesa militare si tradurrà prevalentemente in un incremento delle importazioni mentre potrebbe essere necessario più tempo prima che il piano infrastrutturale vada effettivamente a regime.