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Istat, servizi di pubblica utilità sempre meno utilizzati nel tempo

Economia
Istat, servizi di pubblica utilità sempre meno utilizzati nel tempo
(Teleborsa) - Nel 2023 poco meno del 40% delle persone intervistate di 18 anni e più si è recato presso una ASL (19 milioni 700mila persone), il 33,8% all’Anagrafe (quasi 16 milioni 700mila) e poco meno del 60% alla Posta (28 milioni e 600mila persone). Sono alcune delle evidenze emerse dal report Istat sui servizi di pubblica utilità nel 2023 dal quale è emerso che nel tempo si assiste ad una graduale diminuzione dell’accesso fisico a questi servizi.

Gli utenti della ASL passano dal 47% del 2003 a poco meno del 40% nel 2023 (con una perdita di circa 2 milioni 700mila utenti maggiorenni). Coloro che si recavano presso gli uffici anagrafici nel 2003 rappresentavano il 46,8% delle persone di 18 anni e più (27 milioni 700mila persone); nel 2023 si calcola un calo di poco meno di 11 milioni di utilizzatori. Recarsi alla Posta era una consuetudine per il 73,9% della popolazione con un calo, nel 2023, di 5 milioni di utenti. Questa tendenza è certamente legata alla crescita dell’uso dei servizi digitali di vario tipo anche nell’interazione con la Pubblica Amministrazione. Rispetto al 2022 si registra una sostanziale stabilità di quanti si recano in presenza alla ASL, all’Anagrafe e alla Posta.

Il superamento dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 ha ripristinato in parte le abitudini di accesso fisico a questi servizi sebbene per nessuna delle prestazioni erogate si sia ritornati al livello del 2019 e, in generale, degli anni che hanno preceduto la pandemia.

Le donne si recano più frequentemente degli uomini presso le ASL, nel 2023 sono il 43% rispetto al 36,5% degli uomini. La prevalenza femminile si riscontra in quasi tutte le età e raggiunge il massimo tra gli utenti di 25 - 59 anni, fascia di età all’interno della quale la differenza sugli uomini supera i 10 punti percentuali. Il segno si inverte invece nelle età molto anziane, infatti dopo i 75 anni vi sono circa 10 punti percentuali di scarto in favore degli uomini. A prescindere dal genere, la frequentazione di ASL raggiunge il valore massimo tra i 65 e i 74 anni quando più di cinque persone su 10 usano questo servizio (15 punti percentuali sopra la media totale) e il minimo sotto i 24 anni (due persone su 10).

Con riferimento agli ultimi 12 mesi precedenti l’intervistata ricorrono al servizio anagrafico presso il Comune per certificati, documenti o autentiche il 33,5% delle donne e il 34,2% degli uomini, non evidenziando un particolare differenziale di genere. Rispetto all’età, gli uomini frequentano più l’Anagrafe fino ai 34 anni, mentre le donne a partire dai 60 anni (con uno scarto di circa cinque punti percentuali). Nelle età centrali si rileva un più ampio ricorso all’Anagrafe. Tra i 35 e i 44 anni vi si recano, infatti, più di quattro persone su 10, in un particolare momento del ciclo di vita in cui si ha maggiore necessità di pratiche di tipo anagrafico. Tra gli over 74enni, invece, solo il 21% delle persone si reca all’Anagrafe.

Donne e uomini si recano in egual misura agli uffici postali, tuttavia fino ai 54 anni di età si tratta di un’abitudine più che altro femminile. Dai 60 anni di età, invece, tale propensione diventa più alta per gli uomini in virtù di un effetto generazionale che determina una maggiore propensione degli uomini delle generazioni più anziane a occuparsi di queste pratiche e che li conduce dopo i 75 anni di età a superare le donne di oltre 16 punti percentuali.
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