(Teleborsa) - "Il costo a noi risulta complessivamente per l'opera di
13,5 miliardi". È quanto ha dichiarato il sottosegretario ai Trasporti,
Edoardo Rixi, intervenendo sul ponte sullo Stretto alle commissioni riunite Trasporti e Ambiente della Camera. "Vorrei fare un attimo di chiarezza visto che su questo tema si sta scrivendo e dicendo numeri vari ed eventuali e alcune cose che non sono così", ha affermato Rixi. "Nel 2011 – ha precisato – il
costo era di 8,5 miliardi, quindi è salito da 8,5 a 13 miliardi complessivamente. Di questi 8,5 miliardi, quelli di cui stiamo parlando sull'
aggiornamento prezzi sono i 6,7 miliardi che riguardano il contratto col
contraente generale".
"Proprio nell'ottica di evitare
aumenti smisurati di prezzi difficili da gestire, quello che è stato fatto è di blindare la situazione in modo da evitare in futuro aumenti esponenziali di quelle che possono essere i
rincari", ha aggiunto il sottosegretario ai Trasporti. Questo, ha puntualizzato, è il motivo "per cui è stato accantonato l'emendamento" relativo al
caro-materiale, che sarà sbloccato "a breve perché c'è la riformulazione definitiva del
Mef che stanno scrivendo".
"I rincari sono dovuti al fatto che fino al 2021 è stato utilizzato l'indice Istat, dopo c'è stato un aumento esponenziale delle
materie prime e quindi è stato fatto basandosi si una media degli appalti di
Rfi, visto che è un'
opera ferroviarie a le
ferrovie sono aumentate più di altre opere", ha spiegato Rixi. "Quello che crediamo è che in questo momento per un'opera straordinaria serve un
perimetro legislativo che contemperi l'interesse dello
Stato rispetto a quello dei privati", ha aggiunto. Se l'emendamento è stato mantenuto accantonato "fino alla fine è proprio per trovare un giusto punto di equilibrio che consenta da una parte di realizzare l'opera dall'altra di creare una situazione di indeterminatezza su quelli che sono gli
aggiornamenti dei prezzi", ha concluso il sottosegretario.