(Teleborsa) - L'attuale processo della Banca centrale europea (BCE) per la determinazione dei requisiti Pillar 2, ovvero i requisiti patrimoniali, combina un approccio olistico basato su una valutazione complessiva del rischio con alcuni elementi derivanti dai processi interni di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (ICAAP) delle banche. Questa combinazione "è
concettualmente debole in quanto mescola due approcci reciprocamente incompatibili e rende il processo operativamente complesso". Lo si legge nel rapporto commissionato dalla BCE per valutare il suo lavoro come massima autorità di vigilanza finanziaria della zona euro.
"Le
autovalutazioni delle banche sono spesso soggette a pregiudizi che possono diventare ancora più significativi quando gli ICAAP giocano un ruolo importante nella determinazione dei requisiti P2R (secondo pilastro)", viene aggiunto.
Il rapporto è stato redatto da un
gruppo di esperti indipendenti nominati nel settembre 2022 (cinque ex supervisori bancari provenienti da Giappone, Stati Uniti, Irlanda, Spagna e Canada), che hanno avuto accesso alla documentazione della BCE per sette mesi e si sono consultati con numerose parti interessate in oltre 70 riunioni.
Viene precisato che "gli
ICAAP dovrebbero essere utilizzati come informazioni accessorie, piuttosto che come base dell'analisi" e il gruppo ha chiesto a Francoforte di cambiare il modo in cui stabilisce i requisiti patrimoniali e di concentrarsi "sui rischi specifici che richiedono una copertura patrimoniale aggiuntiva, limitando in modo significativo l'uso degli ICAAP".
Allargando lo sguardo, il rapporto conferma che dal 2014 la
vigilanza bancaria della BCE "si è affermata con successo come autorità di vigilanza efficace e rispettata e ha integrato un'ampia varietà di approcci nazionali di vigilanza grazie alle sue metodologie dettagliate". Il rapporto rileva che l'organizzazione "è ora sufficientemente solida e matura per rendere i processi più snelli e migliorare l'assegnazione delle priorità in base al rischio, il che consentirebbe una maggiore libertà di fare affidamento sul giudizio di vigilanza".
Il rapporto "rafforza la nostra convinzione che la
vigilanza debba diventare più adattabile, invadente e focalizzata sul rischio", ha affermato
Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della BCE. "Questo ci aiuterà a riflettere su come continuare a fornire una vigilanza all'avanguardia mentre ci avviciniamo al nostro decimo anniversario", ha aggiunto.