Facebook Pixel
Milano 17-mag
0 0,00%
Nasdaq 17-mag
18.546,23 -0,06%
Dow Jones 17-mag
40.003,59 +0,34%
Londra 17-mag
8.420,26 -0,22%
Francoforte 17-mag
18.704,42 -0,18%

Dibattiti

Sanzioni, oro, Cina, politiche monetarie


Siamo in tema di dibattiti e accenniamo allora al fiorire di teorie sui tassi. Un recente articolo di Bloomberg rivaluta l'idea della Modern Monetary Theory secondo cui i tassi alti sono espansivi. Gli alti interessi alimentano infatti la capacità di spesa degli obbligazionisti e sono soldi trasferiti dallo stato all'economia privata. L'effetto positivo compensa (o più che compensa) i maggiori oneri per i debitori ed è per questo che l'economia americana non rallenta (l'articolo è stato pubblicato prima del dato di oggi sul Pil).

Un'altra tesi è che i tassi alti provocano inizialmente la cancellazione di alcuni progetti di investimento e di spesa, ma dopo il momento iniziale l'economia si adatta e riprende a crescere. L'effetto dei tassi alti, dunque, sarebbe decrescente nel tempo.

La teoria classica di consenso, al contrario, sostiene che gli effetti dei tassi alti si cumulano col passare del tempo. Il progressivo rallentamento dell'economia americana negli ultimi tre trimestri conferma questa ipotesi, ma la debole (ma percepibile) riaccelerazione dell'economia europea (nonostante l'Europa sia fiscalmente meno espansiva dell'America) la smentisce.

La nostra idea è che le politiche monetarie, per varie ragioni, non sono così restrittive come appaiono. È poi vero che gli obbligazionisti individuali ricevono più soldi con i tassi alti e che le grandi imprese hanno finora trovato il modo di neutralizzarli. È però anche vero che le piccole imprese escono perdenti e iniziano infatti, negli Stati Uniti, a essere più caute nell'investire e nell'assumere personale.

Insomma, è una realtà complessa. Il dato odierno del Pil americano non è forse negativo come sembra (meno crescita e più inflazione del previsto) ma si unisce a dati sugli utili delle società sostanzialmente in linea con le previsioni per farci ipotizzare una fase laterale delle borse. Tramontata l'idea della disinflazione immacolata e del mondo perfetto, entriamo in una fase in cui le politiche monetarie dovranno mordere almeno un poco e in cui un rischio di moderato rallentamento dell'economia americana verso la fine dell'anno è comunque presente. Borse e bond, dopo la correzione, sono su livelli equilibrati e anche interessanti, ma il loro recupero richiederà probabilmente qualche tempo.

Condividi
"
Altri Top Mind
```