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Aringhe rosse

Primo bilancio e prospettive di un anno nervoso

Anche le motivazioni addotte per spiegare la ripresa dei mercati sono state molte. Ci sono state la forte ripresa di petrolio e materie prime, la stabilizzazione del quadro cinese con l'adozione di misure fiscali espansive, la stabilizzazione del renminbi, l'attenuazione delle paure sulle banche europee, l'adozione di misure monetarie aggressive e innovative da parte della Bce, l'apparente rinuncia di due rialzi dei tassi da parte della Fed e, infine, il miglioramento in parte inatteso dei dati macro americani. Anche qui, di tutte queste cause ci sembra decisiva solo l'ultima.

La definizione di aringa rossaLa crescita americana è l'alfa e l'omega per l'economia globale e per i mercati finanziari. Una crescita buona (soprattutto se sorprendentemente buona) è in grado di reggere a tutto e di sostenere comunque i mercati. Può reggere a crisi regionali anche profonde, come è stato il caso delle crisi europee del 2011, 2012 e 2014 o del continuo rallentamento dell'economia cinese. Può assorbire complicazioni geopolitiche anche notevoli, come è stato il caso delle primavere arabe, della guerra in Ucraina, del crescente disordine mediorientale e degli episodi di terrorismo che sono andati infittendosi in Europa e in America. Può assorbire agevolmente un dimezzamento del prezzo del petrolio, come è successo nel 2015 (da maggio a fine anno il greggio è sceso da 65 a 35, mentre l'SP 500 ha perso solo il 2 per cento). Può reggere anche ad aumenti dei tassi realizzati (come quello di dicembre) o attesi (come è stato per tutto il 2015, un anno in cui gli aumenti sono sempre apparsi dietro l'angolo).

Al contrario, una crescita americana debole genera nei mercati uno stato di profonda apprensione, fa subito parlare di recessione globale imminente anche se i dati (come è stato in gennaio e febbraio) mostrano condizioni di crescita buona (in Europa) o normale (in Cina) nelle altre regioni del mondo. Una crescita americana debole toglie altresì efficacia, agli occhi dei mercati, a eventuali misure espansive delle banche centrali, che vengono a quel punto vissute come disperate. E ingigantisce oltremisura qualsiasi problema o pseudoproblema, come è stato il caso del petrolio quando si è avvicinato ai 20 dollari o quando ci si è inventati a tavolino una crisi bancaria europea in febbraio.
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