Nonostante la pausa estiva, la scuola e le problematiche ad esse connesse restano in primo piano. Abbiamo chiesto a
Marcello Pacifico, Presidente
ANIEF e Segretario organizzativo
Confedir, di esprimere la propria posizione su alcuni dei temi più rilevanti, a partire da quelli relativi a
mobilità e turnover.
Pacifico ha spiegato che il sindacato dei dipendenti pubblici ha presentato emendamenti in prima Commissione sul tema della Pubblica Amministrazione proprio su questo aspetto, spiegando che per avere un ricambio (il turnover, appunto) bisogna consentire agli
insegnanti di poter andare in pensione. E' stato chiesto al Governo di fare proprio questo, approvando la
famosa quota 96, che costituisce il prerequisito della riforma Fornero, per consentire ai colleghi che avevano maturato il diritto negli anni 2011 e 2012 di poter andare in pensione.
Un'altra richiesta è quella di
cambiare le regole sul blocco del turnover, vale a dire il 60% nel 2014 e 2015, l'80% negli anni successivi e fino al 100% nel 2018, per quanto riguarda l'esclusione delle stabilizzazioni previste dall'applicazione della Direttiva Comunitaria 70 del '99.
A proposito di
mobilità, invece, ANIEF e Confedir hanno chiesto l'applicazione di un'altra direttiva comunitaria, che prevede il
mantenimento del trattamento economico anche nel caso in cui la mobilità comporti un cambiamento dei compiti e delle mansioni, e un intervento chiaro per quel che concerne la
mobilità e i tagli previsti anche dal decreto Monti, la cui applicazione comporterebbe una sforbiciata del 20% della dirigenza e del 10% del pubblico impiego nei prossimi 5 anni, con conseguente aumento dei licenziamenti.
Alla domanda se ANIEF e Confedir sono contrarie alla
riduzione dei diritti sindacali, Pacifico ha risposto che l'intervento del Governo lede i diritti sindacali (e non solo quelli degli insegnanti) previsti da tutti gli statuti ma anche dalla Carta Fondamentale dei diritti dell'uomo.
Anche in questo caso, ha detto, è stata chiesta una svolta, nel senso della de-materializzazione delle deleghe.
Abbiamo poi chiesto a
Pacifico di spiegare i
recenti provvedimenti sull'università.
Il Segretario del sindacato dei dipendenti pubblici ha chiarito che il primo riguarda il
blocco delle procedure di selezione per l'abilitazione, perché il governo sta prendendo atto che questa abilitazione scientifica non ha avuto effetti ed ha creato una serie di problemi e contestazioni. Si tratta quindi di un metodo che non valorizza la ricerca scientifica. La Carta europea stabilisce che dopo 2 anni da ricercatore si può ottenere l'abilitazione, invece l'Italia ha scelto di non riconoscere questo percorso, quindi questo aspetto va modificato.
Il secondo riguarda le
borse di studio delle scuole di specializzazione. L'ennesimo intervento del legislatore concerne il calcolo del monte ore per l'eventuale assegnazione delle borse stesse. ANIEF e Confedir hanno dimostrato come il diverso metodo di calcolo applicato dal 2006 possa consentire di assegnare le borse a persone che non l'hanno avuta trent'anni fa, di fatto facendo cadere la prescrizione.
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