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Energia, Alleanza per il fotovoltaico: "Italia ostaggio del populismo che blocca la transizione energetica"

Economia, Energia
Energia, Alleanza per il fotovoltaico: "Italia ostaggio del populismo che blocca la transizione energetica"
(Teleborsa) - Alleanza per il fotovoltaico, associazione fra le imprese italiane del settore, esprime, attraverso una nota stampa, "sgomento e preoccupazione per l’imminente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto legge che intende vietare definitivamente lo sviluppo di impianti fotovoltaici su qualunque tipo di terreno agricolo. Il Governo italiano intende così sferrare l’offensiva finale alla transizione energetica, schierandosi senza alcun senso critico sulle posizioni ideologiche e populiste portate avanti dalla principale associazione nazionale dei coltivatori diretti".

"Come abbiamo già ribadito in passato, non c’è nessun conflitto reale tra lo sviluppo delle rinnovabili e l’agricoltura. Il fotovoltaico a terra non produce impermeabilizzazione del suolo, né alcun impoverimento del terreno e della biodiversità. Il fotovoltaico non pregiudica - anche alla luce delle nuove opportunità garantite dall'agrivoltaico avanzato - l'utilizzo agricolo; anzi, è acclarato che consente il risparmio idrico e riduce l’impatto della desertificazione", si legge nella nota.

"Secondo i dati più recenti, - continua l'Associazione - la superficie agricola nazionale è di circa 16,5 milioni di ettari ma soltanto 12,8 milioni di ettari sono effettivamente destinati alla produzione alimentare (seminativi, coltivazioni legnose, pascolo e orti familiari) mentre i restanti 3,5 milioni di ettari di superficie agricola sono incolti o abbandonati. A fronte di questi numeri, va detto che soltanto 17.000 ettari di superficie agricola sono attualmente occupati da impianti fotovoltaici ed anche se volessimo installare a terra tutta la potenza fotovoltaica prevista in Italia dal PNIEC per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 sarebbero necessari non più di ulteriori 80.000 ettari circa (appena lo 0,6% della superficie agricola nazionale)".

"Sorprende, quindi, che appena una settimana dopo la conclusione del G7 sul clima e il documento finale sottoscritto alla Venaria Reale di Torino per triplicare entro il 2030 l'energia prodotta da fotovoltaico, il Governo Italiano faccia completamente il contrario di quanto si è impegnato a fare con gli altri partner internazionali. Se la norma in discussione oggi in Consiglio dei Ministri dovesse essere approvata, si impedirebbe la realizzazione di oltre l'80% degli impianti fotovoltaici necessari, bloccando la messa a terra di oltre 50 miliardi di euro di investimenti, senza riuscire a tagliare i costi dell'energia elettrica, una priorità per le famiglie e le imprese", prosegue la nota.

"Le aziende del fotovoltaico non fanno politica - conclude la nota -, non danno tessere agli associati e non bloccano il paese con i trattori, ma offrono la possibilità di raggiungere gli obiettivi della transizione creando posti di lavoro e sviluppo su territori che ne hanno bisogno, investendo capitali privati senza costi per la collettività. Forse per questo siamo meno attraenti elettoralmente, ma non ci interessa esserlo".




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