(Teleborsa) -
L'agognato Bonus da 100 euro sarà erogato a partire dal 2025 a tutti i lavoratoti dipendenti che percepiscono uno stipendio lordo
sino a 28mila euro annui. Lo ha annunciato il viceministro all'Economia
Maurizio Leo, nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto legislativo su Irpef e Ires, spiegando che
per il 2024 "il governo ha già utilizzato tutte le risorse per fare i primi 13 decreti legislativi attuativi della delega, incluso quello di oggi".
Si tratta - ha proseguito Leo - di un
"primo tassello", una "misura temporanea", cui
seguirà un intervento sulle Tredicesime, che resta l'obiettivo principale "trovando le relative risorse". "Non è che abbiamo una visione strabica per imprese e lavoro autonomi - ha spiegato Leo - prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti", ma occorre trovare "equilibrio per le coperture".
Il viceministro ha spiegato che il
bonus andrà "a vantaggio delle famiglie monoreddito o monogenitoriali" sarà "erogato attraverso i sostituti d'imposta nel 2025". "Il governo è voluto venire incontro alle fasce medio basse - ha sottolineato - aggiungendo questo beneficio in un momento particolare, per venire incontro ai dipendenti che hanno redditi non elevati".
Il CdM ha poi dato il via libera al Dl per la
riforma della Coesione. Il provvedimento è volto a realizzare la riforma della politica di coesione che è stata inserita nell’ambito della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) al fine
di accelerare e rafforzare l’attuazione degli interventi finanziati dalla politica di coesione 2021-2027 e mirati a ridurre i divari territoriali.
Il decreto-legge approvato oggi riguarda in particolar modo la politica di coesione europea, ovvero quei
programmi di investimento finanziati da 42 miliardi di euro
risorse europee e
32 miliardi di euro di
risorse nazionali per il solo ciclo di programmazione 2021-2027, dunque 74 miliardi di euro di investimenti destinati a ridurre i divari territoriali.
Ricordando che negli ultimi due rapporti europei sui fondi di coesione "il quadro è poco edificante", perché "gli impegni e le spese sono quasi pari a zero", il Ministro degli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr,
Raffaele Fitto ha suggerito che "
l'obiettivo è rimettere in moto" quelle risorse e fare in modo che "i
diversi fondi dialoghino e diventino complementari", allontanando il "rischio" che "marcino in contrasto gli uni con gli altri". La riforma rappresenta quindi un
"tassello conclusivo" che consentirà di "usare meglio questi strumenti".
Con la riforma, viene assicurato il
coordinamento tra gli interventi dalla politica di coesione
attuati a livello regionale e quelli attuati a livello nazionale, promuovendo la complementarietà e la sinergia tra gli interventi della politica di coesione europea e gli investimenti previsti dagli Accordi per la coesione e dal PNRR: finalmente tutti i principali strumenti di sviluppo e coesione vengono collegati all’interno del medesimo orizzonte strategico.
La riforma prevede l’individuazione di
interventi prioritari in una serie di settori strategici condivisi con la Commissione europea, secondo un approccio orientato al risultato, con l’obiettivo di rafforzare il livello di efficacia e di impatto degli interventi. I settori strategici sono: risorse idriche, infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell'ambiente, rifiuti, trasporti e mobilità sostenibile, energia, sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde. Per realizzare il coordinamento, le amministrazioni centrali e regionali titolari di programmi europei individueranno un
elenco di interventi prioritari nei settori strategici che saranno monitorati a livello centrale per assicurare un presidio sistematico del rispetto dei tempi previsti per l’attuazione del conseguimento effettivo dei risultati programmati.
Fra le norme approvate dal CdM nell’ambito del dl Coesione, anche quella che
rinnova fino al 15 giugno gli incarichi dei 6.147 collaboratori scolastici assunti a tempo determinato a supporto dei progetti del PNRR e di Agenda Sud, grazie ad uno
stanziamento aggiuntivo di 18,5 milioni di euro, ed accelera l’impiego delle risorse del
programma nazionale “Scuola e competenze” 2021-2027. "Manteniamo fede a un preciso impegno verso i lavoratori assunti per i servizi a supporto delle scuole per i progetti del PNRR e di Agenda Sud. E questo grazie a uno sforzo finanziario dello stesso ministero", ha commentato il Ministro dell’Istruzione e del Merito,
Giuseppe Valditara.