(Teleborsa) -
Boeing rilancia la produzione del 737 Max, messo a terra nel marzo 2019 dopo i
problemi al software di volo, chiamato in causa nell'
inchiesta sui due incidenti occorsi alla Lion Air e alla Ethyopian Airlines che hanno provocato la morte di 346 persone.
Ma le conseguenze dei ritardi accusati dal
programma 737 Max e quelli ancora più impattanti sull'aviazione civile mondiale per l'
emergenza Covid-19, provocheranno il taglio di
12.000 posti di lavoro, di cui
6.770 "uscite non volontarie" da considerarsi licenziamenti. I numeri in gioco danno l'idea delle dimensioni della più grave crisi nella storia del più grande costruttore aeronautico americano.
Dave Calhoun, CEO di Boeing, si è rivolto al mondo dei dipendenti spiegando che l'azienda ha fatto il possibile per conservare la pianta occupazionale ma la pandemia ha prodotto ciò che definisce un "impatto devastante" sui conti economici del gruppo.
I
ritmi di produzione del 737 Max saranno ridotti rispetto al programma originale per arrivare a consegnarne 31 al mese ma solo dal 2021. Una ripresa graduale che tiene conto delle strategie commerciali della compagnia aeree e della rimodulazione del rinnovamento delle flotte.