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Artigianato, perse oltre 150 mila imprese dal 2009

Lo rivela la CGIA, che nota come il calo sia proseguito anche nell'anno scorso. Sud in media più colpito

Economia
Artigianato, perse oltre 150 mila imprese dal 2009
(Teleborsa) - Negli ultimi 8 anni abbiamo perso quasi 158 mila imprese attive tra botteghe artigiane e piccoli negozi di vicinato. Di queste, oltre 145 mila operavano nell’artigianato e poco più di 12 mila nel piccolo commercio.

La CGIA, confederazione che rappresenta le imprese artigiane e le PMI del Veneto, stima che a seguito di queste chiusure abbiano perso il lavoro poco meno di 400 mila addetti.

"La crisi, il calo dei consumi, le tasse, la burocrazia, la mancanza di credito e l’impennata del costo degli affitti sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli imprenditori ad abbassare definitivamente la saracinesca della propria bottega", denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo, citando anche l'impatto della concorrenza della Grande Distribuzione negli ultimi 15 anni.

La caduta, purtroppo, è continuata anche negli ultimi 12 mesi: tra il giugno di quest’anno e lo stesso mese del 2016 il numero delle imprese attive nell'artigianato e nel commercio al dettaglio è sceso di 25.604 unità (-1,2%), una contrazione che ha interessato tutte le 20 regioni d’Italia.

Il Sud è stata la ripartizione geografica più interessata dalla chiusura delle attività artigianali: la diminuzione media è stata infatti del 12,4%, con punte in Sardegna (-17,1 per cento), Abruzzo (-14,5 per cento) e Sicilia (-13,5 per cento). In termini assoluti, invece, è il Nord che ha registrato il numero di cessazioni più elevato con Lombardia (-18.652), Emilia Romagna (-16.466) e Piemonte (-15.333).

Le categorie artigiane più colpite sono state quelle degli autotrasportatori (-30 per cento), i falegnami (-27,7 per cento), gli edili (-27,6 per cento) e i produttori di mobili (-23,8 per cento). In controtendenza, invece, il numero di parrucchieri ed estetisti (+2,4 per cento), gli alimentaristi (+2,8 per cento), i taxisti/autonoleggiatori (+6,6 per cento), le gelaterie/pasticcerie/take away (+16,6 per cento), i designer (+44,8 per cento) e i riparatori/manutentori/ installatori di macchine (+58 per cento).
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