(Teleborsa) -
Disposti a tutto, pur di viaggiare. Anche ad uno stipendio più basso. E non importa neanche se la destinazione la decide il capo. Cosa non si farebbe pur di dire addio, ogni tanto, al traffico, alla scomodissima sedia dell'ufficio e, perchè no, al collega che proprio non sopportiamo.Ogni tanto cambiare aria fa bene e chi se ne importa se è per lavoro e non per svago.
Lo rivela un'indagine condotta da Booking.com Business, secondo la quale il
30% delle persone accetterebbe uno stipendio minore in cambio di più spostamenti.Si fa sempre più sottile, in pratica, la linea tra viaggio d’affari e di piacere.
In Italia, il 28% dei lavoratori è disposto ad accettare uno stipendio più basso in cambio di più spostamenti.I dati hanno inoltre rivelato che il 38% dei viaggiatori business ha prolungato la durata del soggiorno. Il 18% di questi farà lo stesso nel 2017.
Lavoro. Ma non solo. Una volta a destinazione, rigorosamente dopo aver svolto con diligenza i compiti assegnati dal capo, c'è tutto il tempo di godersi le bellezze di un posto ancora inesplorato. Dall’indagine emerge, infatti, che il
48% delle persone sono disposte a fare il maggior numero possibile di attività quando visita una nuova destinazione."I viaggi di lavoro – afferma Ripsy Bandourian di Booking.com Business –
non sono più percepiti come una perdita di tempo. Sono diventati l’occasione perfetta per espandere i propri orizzonti e dare una spinta alla carriera. La nuova generazione di lavoratori, ormai sempre con il laptop in borsa, è decisamente più ‘mobile’ e fluida. Soprattutto quando si tratta di pianificare i viaggi e trovare un equilibrio tra business e tempo libero."