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Concorso scuola, in barba alla normativa UE i docenti non di ruolo resteranno discriminati

Economia, Welfare
Concorso scuola, in barba alla normativa UE i docenti non di ruolo resteranno discriminati
(Teleborsa) - Non sempre le leggi in Italia sono approvate per essere portate a termine. Anche nella scuola. Dove l’attesissimo concorso “per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche ed educative statali”, non ha avuto compimento entro termini stabiliti, i quali erano fissati “entro il 1° dicembre 2015”.

Gli oltre 63 mila nuovi docenti, ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dovranno attendere la fine del 2015.

L’occasione era buona, sostiene il sindacato Anief, per approvare, prima del via libera al concorso, la riforma dell’infanzia (prevedendo un incremento del 25% dell’organico attraverso anche un anno ponte con la primaria), ampliato l’organico di sostegno (anche in questo caso con un incremento del 30% dell’organico di diritto, attraverso l’assunzione dei precari specializzati su tutti i 33 mila posti vacanti), ripristinato il tempo scuola tagliato negli ultimi anni (con un incremento del 20% organico, lo stesso che era stato cancellato delle riforme Gelmini-Berlusconi), stabilizzato il precariato (oltre 80mila supplenti tutti già selezionati e qualificati).

Secondo il giovane sindacato della scuola, i docenti non di ruolo non verranno tutelati. Ancora una volta in barba alla normativa europea. Perché il Miur, spiega l'Anief, anche in questa tornata concorsuale continuerà a negare una sessione loro riservata, per l’accesso sul 50% dei posti vacanti.

"Se le cose stanno così - annuncia Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – noi siamo pronti ad opporci, impugnando tutti i passaggi che escludono i docenti aventi pieno diritto a partecipare a questo concorso". La verità, conclude il sindacalista, "è che questo governo non solo non ha abbattuto la supplentite, ma è riuscito nell’impresa di far lievitare addirittura il già troppo alto numero di ricorsi nella scuola".
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