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Neet in diminuzione? E' grazie ai "figli di papà" che proseguono gli studi

Cultura, Economia, Welfare
Neet in diminuzione? E' grazie ai "figli di papà" che proseguono gli studi
(Teleborsa) - Si arresta l’ascesa dei Neet, ma sale il disinteresse per l’istruzione: più a rischio le donne, si salva chi ha genitori con titoli di studio elevati.

Il dato proviene da una lettura approfondita del rapporto Bes 2015 realizzato dall'Istat, da cui si evidenzia che se la quota dei Neet under 25, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano era aumentata in misura considerevole per effetto della crisi economica raggiungendo il 26% nel 2013, si è mantenuta stabile nel 2014. Ma le buone notizie finiscono qui, perché rimangono in larga prevalenza i figli di genitori con titoli di studio elevati o professioni qualificate a proseguire gli studi e ad avere “minori probabilità di diventare Neet”.

Lo studio dell’Istat è confermato dal rapporto Education at a Glance 2015 dell’OCSE: circa il 35% dei 20-24enni non hanno un lavoro, non studiano, né seguono un corso di formazione (sono Neet) collocando l’Italia al secondo posto nella classifica dei Paesi con la percentuale più alta di Neet. Per i giovani che hanno difficoltà a trovare un lavoro, la prospettiva di proseguire gli studi è raramente considerata come un investimento, malgrado sia ampiamente dimostrato che possa migliorare le loro opportunità di successo in campo occupazionale.

Questi dati sono stati commentati con molta preoccupazione dal sindacato della scuola Anief, ricordando che, soprattutto nel Sud Italia, la situazione è da allarme rosso. "Si fa sempre più forte l’esigenza di investire sull’orientamento scolastico e sulla maggiorazione di quote di organico di personale da destinare nelle aree più a rischio dispersione, rilanciando l’alternanza scuola-lavoro, prendendo esempio di quella tedesca, e di attuare seri investimenti nell’Ict, ma anche artigianato, turismo e nuove tecnologie", sottolinea il Presidente Anief, Marcello Pacifico.

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