(Teleborsa) -
Gli insegnanti immessi in ruolo quest’anno attraverso la
Buona Scuola, rispetto a chi lascia il servizio oggi,
andranno a percepire un assegno mensile fortemente decurtato: se un docente che oggi lascia il servizio
attorno ai 65 anni percepisce una
pensione media di 1.500 euro, chi è stato immesso in ruolo oggi andrà
in pensione a 70 anni con 825 euro.
E' quanto ha stimato l'ufficio studi
Anief, il giovane sindacato della scuola che avverte "Gli italiani si rassegnino. L’assegno di pensione è destinato sempre più ad assottigliarsi".
"È una prospettiva inaccettabile: non è possibile lavorare una vita, andare in pensione a 70 anni suonati e poi percepire la stessa cifra di chi non ha mai lavorato", è il commento di
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale CISAL.
"Il personale – continua Pacifico - non si rende ancora conto di tutto ciò e di quanto è stato penalizzato a livello previdenziale dalle ultime riforme pensionistiche: per questo motivo, il nostro sindacato ha programmato una serie di incontri con i lavoratori della scuola".
I dati Istat - conclude il sindacalista - sono solo l’
inizio di una parabola discendente che tra trent’anni pagheranno sulla loro pelle tutti coloro che sono stati assunti oggi. Ad iniziare dalla scuola. Dove
gli stipendi sono già di partenza ridotti all’osso, tanto da essere i più bassi della pubblica amministrazione italiana e dell’area Ocse".