(Teleborsa) -
La Riforma della scuola e della PA, con tanto di
innovazione dei sistemi di pagamento,
non sono serviti a nulla e tantissimi titolari di supplenze cosiddette "brevi" non hanno ancora percepito lo stipendio.
Per Anief, il
Miur "
scarica" tutte le responsabilità sul Ministero dell’Economia, che a sua volta si nasconde dietro i soliti indefiniti
problemi burocratici e telematici: "questo modo di procedere, sempre a danno del personale con meno tutele, è inaccettabile".
A detta del giovane sindacato della scuola, a nulla servono le rassicurazioni del
Mef, che attraverso il
portale Noi-Pa, ha di recente pubblicato un avviso attraverso il quale prende solo ulteriore tempo, attribuendo i ritardi di pagamenti a indefiniti "
problemi di carattere amministrativo, che hanno
determinato il ritardo nell'assegnazione dei fondi sui capitoli utilizzati dagli istituti scolastici, al fine di consentire l'erogazione delle competenze spettanti. Allo stesso tempo sono in corso di verifica soluzioni che consentano di garantire continuità nell'assegnazione dei fondi e una più puntuale erogazione delle retribuzioni", ha scritto ancora dal dicastero di Via XX Settembre.
"Si tratta – spiega Marcello Pacifico,
presidente Anief – di una mancanza particolarmente grave, perché un’alta percentuale di questi docenti, assistenti e collaboratori scolastici,
pur di lavorare,
accetta la supplenza in scuole distanti dal proprio domicilio. Pertanto, sono costretti ad anticipare le spese per il viaggio, spesso anche per il pernotto o per l’affitto, oltre che per il vivere quotidiano. Non assicurare loro lo
stipendio, che è
un diritto di ogni lavoratore, significa metterli in grossa difficoltà. E siccome lo Stato non può fare orecchie da mercante di fronte ai propri doveri, per noi
il tempo dell’attesa è finito”.
A questo punto, non avendo avuto dall'amministrazione pubblica alcuna rassicurazione sul conferimento a breve termine degli
stipendi non corrisposti, anche sulla base di quanto accaduto in passato, quando il problema si è trascinato in diversi casi sino alla metà dell’anno scolastico, l’
Anief ha deciso di rompere gli indugi: il sindacato mette a disposizione, di tutti i precari in attesa di stipendio, un apposito modello di diffida e messa in mora che dovrà essere indirizzato alla Ragioneria territoriale di competenza (ufficio pagatore della provincia in cui si è svolto il servizio) e presso la scuola in cui prestano servizio.
Se gli enti non dovessero provvedere entro 8 giorni al pagamento, il sindacato Anief è pronto a
dare battaglia ed ha creato un apposito indirizzo email "
stipendi.supplenti@anief.net" a cui rivolgersi per le istruzioni per adire le vie legali e recuperare le somme non corrisposte dalle amministrazioni.